11 dicembre 2024 08:42
[aggiornamento] Dopo la pubblicazione dell'articolo, ci è stato segnalato che su LinkedIn, uno degli esperti citati dal rapporto - Jean-Paul Lange - si è dissociato dai contenuti. "Zero Waste Europe ha recentemente pubblicato un rapporto imbarazzante che si basa in gran parte su una mia intervista. È imbarazzante perché è incompleto/parziale e trae conclusioni e raccomandazioni errate" (post integrale QUI).
Zero Waste Europe ha recentemente pubblicato uno studio intitolato "Fifty years: chemical recycling’s fading promise” (Cinquanta anni: la promessa sfumata del riciclo chimico) dove pone alcuni dubbi sulla capacità del riciclo chimico di fornire una soluzione al problema dei rifiuti plastici.
Il documento si basa sull'intervista a due esperti del settore: Jean-Paul Lange, già ricercatore presso Shell, che si è dedicato per 25 anni alla defossilizzazione dell’industria petrolchimica; e Stephen Salve Doliente, dottore in Ingegneria Chimica presso l’Imperial College di Londra.
Le tesi portate avanti nello studio sono essenzialmente tre: servirà almeno mezzo secolo per sviluppare con successo il riciclo chimico su larga scala; la pirolisi può trattare solo una frazione dei rifiuti plastici prodotti e non può essere considerata un processo pienamente circolare; infine, questa tecnologia richiede in ogni caso la produzione di massa di plastiche vergini, poiché i feedstock da riciclo chimico possono solo sostituire in parte le materie prime fossili nel cracking.
Secondo Lange, infatti, il riciclo chimico potrebbe portare, tra 50 anni, a una situazione in cui fino al 50% della plasticaprodotta a livello globale sarà costituita da materiali riciclati. Per la pirolisi, prevede che tra mezzo secolo un terzo del carbonio immesso nel cracker sarà fossile e due terzi da riciclo.
L'associazione mette anche in dubbio la trasparenza dei sistemi di attribuzione del materiale riciclato chimicamente, come il bilancio di massa, "che potrebbe indurre in errore i consumatori, favorendo il greenwashing".
Secondo Zero Waste Europe, la soluzione consiste nel ridurre a monte la produzione di plastica vergine, puntando su misure che riducano complessivamente il consumo di materiale e monouso, come la prevenzione dei rifiuti, il riutilizzo e, infine, il riciclo.
Lo studio "Fifty years: chemical recycling’s fading promise” è scaricabile QUI (PDF).
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