25 giugno 2024 10:45
La Giunta della Regione Emilia Romagna ha approvato il programma “Plastic-FreeER” volto a ridurre l'utilizzo di manufatti monouso in plastica e incentivare l'economia circolare, frutto di oltre un anno di lavoro, parte del nuovo Piano regionale dei rifiuti e delle bonifiche in corso di approvazione.
La premessa è che in Emilia-Romagna la filiera delle plastiche è un settore trainante dell’economia regionale, con 7.800 imprese attive e 117mila addetti, pari a quasi il 10% delle aziende operanti sul territorio, per un fatturato stimato in 42 miliardi di euro nel 2019. A cui si aggiungono 480 imprese e 17mila addetti dell'indotto. Occorre quindi equilibrio nel declinare il principio "plastic free".
"Rivedere i processi produttivi e di consumo per far crescere l’economia circolare, anche attraverso norme più chiare e incentivi alle imprese impegnate nella transizione ecologica - queste le priorità indicate in una nota della Regione -. Creare filiere locali per generare nuova occupazione di qualità. Elaborare criteri specifici per favorire il riutilizzo degli scarti in plastica, evitando che siano classificati come rifiuti e facilitandone così il recupero".
Per mettere a terra questi principi, individuando modalità e tempistiche, è stata costituita una "Cabina di regia" che si è riunita 7 volte in sessione plenaria e ha promosso circa 30 incontri di specifici gruppi tematici attivati al suo interno.
Per ridurre l’utilizzo di nuove materie prime, favorendo il riuso e il riciclo degli scarti plastici sono stati condotti approfondimenti su alimentare, meccanica-elettronica e turismo, tre settori chiave dell’economia emiliano-romagnola.
Nel food, il focus è sulle alternative agli imballaggi monouso, sul potenziamento e l’industrializzazione del riciclo del polistirene, sui teli da pacciamatura in plastica biodegradabile e, più in generale, sulla tracciabilità dei rifiuti prodotti dalle attività agricole. Nel campo della pesca, la Cabina di regia ha valutato la possibilità di passare a sistemi di allevamento dei molluschi che non facciano uso di reti in plastica e nylon, creando una filiera locale per l’avvio a riciclo di quelle conferite dai pescatori nelle strutture portuali. È stato posto anche l’accento sulla raccolta dei rifiuti nei porti e sulle alternative alle cassette in EPS.
In tema di meccanica ed elettronica, l’invito è quello di agire sul fronte dell’ecodesign dei componenti in plastica per ridurre il numero dei polimeri impiegati nello stesso prodotto e scegliere polimeri riciclabili per via meccanica o chimica. Viene suggerito di avvalersi di tecnologie innovative per il riciclo chimico, favorire sistemi di raccolta semplici ed efficaci per la separazione dei rifiuti e impiegare tecnologie efficienti e a basso impatto ambientale per il riciclo e lo smaltimento di questi materiali.
Sul fronte del turismo, le proposte puntano invece su un sistema di sconti sulla bolletta dei rifiuti per le imprese che attuano volontariamente interventi di riduzione dei monouso in plastica, senza aumentare la produzione di rifiuti in altri materiali. Si punta anche a favorire la nascita di nuove aziende (e nuove filiere) centrate sullo sharing, ossia sulla condivisione o il noleggio, anziché sull’acquisto di nuovi prodotti: ad esempio - afferma la Regione -, contenitori riutilizzabili per l’asporto di alimenti e bevande nel settore della ristorazione o per la distribuzione di prodotti non alimentari.
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