21 febbraio 2024 09:15
La competitività dell'industria italiana ed europea è al centro del documento Fabbrica Europa presentato ieri da Confindustria, nello stesso giorno in cui ad Anversa veniva illustrato il Patto europeo per l'industria, European Industrial Deal (leggi articolo). Una coincidenza d'intenti che testimonia, se ce ne fosse bisogno, la preoccupazione del comparto manifatturiero rispetto un futuro che pare sempre più incerto e difficile da interpretare.
Con le elezioni europee ormai alle porte, l'interlocuzione con il nuovo Parlamento va avviata ancor prima di conoscere i risultati. É l'Europa oggi il mercato interno dell'industria italiana: concentra infatti il 50% delle esportazioni di Made in Italy e le regole europee costituiscono oltre il 70% della normativa di riferimento.
Ecco perché, prima delle elezioni, Confindustria organizzerà una serie di incontri, in tutte le circoscrizioni elettorali europee, per avviare un confronto diretto con i candidati sui contenuti del documento presentato ieri. Secondo l'associazione "bisogna abbandonare l’approccio ideologico emerso negli ultimi anni in Europa, e confrontarsi su soluzioni ambiziose e cantierabili”.
Frutto di consultazioni tra le associazioni confindustriali, Fabbrica Europa (la versione integrale è scaricabile QUI) contiene raccomandazioni che mirano - si legge nel documento - a "rimettere l’industria al centro dell’agenda europea, costruendo una forte politica industriale basata sulle tre declinazioni della sostenibilità (ambientale, sociale ed economica) e supportata da un adeguato livello di investimenti".
Cosa chiedono gli industriali italiani? Maggiore competitività a livello internazionale da un lato e tutela degli interessi delle imprese europee rispetto alla concorrenza sleale, dall'altro. Si suggerisce, quindi, di rafforzare ed ampliare la rete di accordi di libero scambio (FTAs) e assicurarne l’implementazione.
Sul fronte interno, occorre invece affiancare al Green Deal una politica industriale europea per restare al passo nella corsa globale alle tecnologie del futuro, adottando un approccio di neutralità tecnologica. Vanno inoltre implementate - con gradualità e proporzionalità - le nuove regole in materia di finanza sostenibile, con standard semplificati per le PMI.
Un altro punto all'ordine del giorno riguarda l’integrazione dei mercati dell'energia elettrica, la creazione di un mercato unico del gas e l'avvio di una strategia europea per l’energia nucleare. Come pure riformare le regole ETS (Emission Trading Scheme) e rafforzare il CBAM (Carbon Border Adjustment Mechanism).
Un capitolo è dedicato alla promozione dell'economia circolare e della simbiosi industriale, definendo un quadro regolatorio armonizzato, chiaro e completo che possa stimolare innovazioni per l’uso efficiente delle risorse produttive.
Altri aspetti considerati nel documento riguardano l’uniformità nell’applicazione del diritto UE, la transizione digitale, la cybersicurezza e l’intelligenza artificiale, le infrastrutture di trasporto e la mobilità green, i mercati finanziari, il consolidamento di modello sociale europeo inclusivo, sostenibile e competitivo. Ulteriori punti prendono in considerazione le regole di concorrenza e gli aiuti di stato, ricerca, innovazione e tutela della proprietà Intellettuale.
Non mancano, infine, raccomandazioni sul processo legislativo a livello comunitario, ovvero "legiferare meglio per sostenere la competitività delle imprese", come pure - tema di grande attualità anche per il nostro settore - "riformare il ricorso agli Atti Delegati e promuovere la trasparenza nell’affidamento delle valutazioni d’impatto".
"L’ipertrofia regolatoria di questi ultimi anni - si legge nel documento -, che ha prodotto proposte come quelle sul packaging, sull’automotive, sulla qualità dell’aria e sulle emissioni industriali, intervenute su settori industriali strategici attraverso l’imposizione di pesanti obblighi e vincoli e di tempistiche eccessivamente brevi, deve essere fermata, favorendo, di contro, una maggiore ponderazione dei dossier da disciplinare, che dovrebbero essere sempre accompagnati da analisi di impatto basate su chiare evidenze scientifiche e adeguate comparazioni costi-benefici. Questa politica proibizionista dovrebbe essere urgentemente sostituita da una politica più inclusiva e finalizzata alla complementarità e sinergia tra le diverse soluzioni tecnologiche ed economiche".
Vedi anche: testo integrale di Fabbrica Europa (PDF)
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