23 novembre 2023 13:50
Il Parlamento europeo ha approvato ieri la posizione negoziale, da discutere nel Trilogo, in merito alla proposta di regolamento su imballaggi e rifiuti da imballaggio (leggi articolo con dettagli).
Fino alla vigilia del voto c'erano timori e aspettative sul testo che sarebbe uscito dal Parlamento e sulla possibilità di emendare le parti più controverse del provvedimento. Alla fine, la posizione presa dagli europarlamentari è stata di compromesso, smussando gli aspetti più ideologici, radicali e - per alcuni - potenzialmente dannosi del provvedimento.
I CONTRARI. Le associazioni ambientaliste, pur con sfumature diverse, hanno criticato il documento licenziato dai parlamentari europei, giudicato depotenziato dopo che era stato già ammorbidito in Commissione ambiente, accusando le lobbies industriali di aver esercitato pressioni a questo scopo, snaturandone i principi e l'efficacia.
"Concedere deroghe ed esenzioni sulla prevenzione e il riutilizzo dei rifiuti per 'accontentare' gli operatori del settore è inaccettabile e ci porta ancora più lontano dall’obiettivo finale di questa revisione: ridurre i rifiuti di imballaggio”, sostiene per esempio Aline Maigret di Zero Waste Europe.
I FAVOREVOLI. All'altro estremo, ci sono le associazioni della filiera agroalimentare, della distribuzione, Corepla e buona parte della politica italiana, che esultano per essere riusciti a bloccare - a colpi di emendamenti - norme che avrebbero avuto un impatto disastroso su rispettivi settori e sull'economia del nostro paese, con effetti stimati su circa il 30% del PIL.
"Ora l’Italia proseguirà la propria determinata azione negoziale avendo ricevuto dal Parlamento europeo un segnale molto importante”, ha dichiarato il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto (nella foto), mentre per il presidente di Corepla, Giovanni Cassuti: "Se il regolamento fosse stato approvato così come proposto inizialmente dalla Commissione, l’impatto avrebbe smantellato un settore economico con migliaia di addetti e vanificato gli ottimi risultati ambientali del riciclo, ottenuti grazie al lavoro congiunto che coinvolge comuni, cittadini, imprese e Consorzi di filiera".
I DISTINGUO. Più articolata la posizione delle associazioni industriali che presidiano comparti come le materie plastiche, gli imballaggi, il beverage e il riciclo.
Per PlasticsEurope (produttori europei di plastiche) è un’occasione mancata per incentivare i rilevanti investimenti necessari per promuovere imballaggi circolari e riciclo, meccanico ma anche chimico. Un'altra critica dell'associazione riguarda la scarsa chiarezza sul ruolo delle bioplastiche e del contenuto di riciclato come soluzioni separate, ma complementari, per contribuire a una maggiore sostenibilità del settore. Criticata anche la scarsa attenzione alla neutralità sui materiali, aspetto rilevato anche dall'associazione tedesca dei produttori di imballaggi IK, che teme una corsa verso agli imballaggi di carta, laminati o rivestiti con plastiche, non necessariamente più sostenibili. IK è anche delusa dalla bocciatura della proposta di un sistema di crediti per il contenuto di riciclato (leggi articolo).
Anche European Bioplastics (produttori di biopolimeri) prende una posizione equidistante, nonostante il riconoscimento dato dal Regolamento alle plastiche compostabili, rese obbligatorie per una serie di imballi monouso. L'associazione lamenta che non sia stata inserita, in modo esplicito, la possibilità di raggiungere con le bioplastiche gli obiettivi di contenuto riciclato negli imballaggi.
Passiamo al mondo del packaging. Europen apprezza l'impegno del Parlamento nell'emendare il testo e di "anteporre la scienza all’ideologia", ma sottolinea i rischi di una frammentazione del mercato unico ancora insiti in alcune norme del Regolamento.
Flexible Packaging Europe (imballaggi flessibili) riconosce il passo avanti rispetto al testo licenziato dalla Commissione Ambiente, ma ritiene che ci sia ancora lavoro da fare, per esempio sui requisiti di riciclabilità per alcuni formati e sulle clausole di salvaguardia in caso di scarsità di plastica riciclata sul mercato, soprattutto per l'imballaggio alimentare. Si teme anche la possibilità lasciata agli stati membri di adottare misure più rigorose, con effetti sulla libera circolazione delle merci.
Infine, i riciclatori. Euric - che li rappresenta tutti a livello europeo, senza distinzione di materiale - accoglie con favore l'introduzione di una certificazione per il contenuto di riciclato negli imballaggi, teso a ridurre i fenomeni di greenwashing e garantire condizioni di parità sul mercato UE. É però fredda sull'eventualità di utilizzare fino al 50% di materie prime biobased per raggiungere gli obiettivi di contenuto riciclato ventilata in uno degli emendamenti ed esorta il Consiglio UE a separare chiaramente queste due categorie. Boccia invece senza appello la possibilità lasciata agli stati membri di fornire un accesso prioritario ai materiali riciclati in caso di sistemi in closed-loop. Approccio che - denuncia Euric - favorirebbe i produttori più grandi a scapito delle piccole e medie imprese.
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