29 giugno 2023 08:47
Il mercato italiano del PVC vergine non conferma la ripresa post-covid registrata nel 2021 e torna ai livelli del 2020, tra i più bassi mai registrati nel nostro paese, con un consumo stimato l'anno scorso in 586.000 tonnellate, dieci punti in meno rispetto al 2021.
Una fotografia che non tiene conto dell'utilizzo di materiale riciclato, valutato in circa 80.000 tonnellate, che non cambia però in modo sostanziale il quadro generale.
I numeri sono stati presentati ieri da Paolo Arcelli di Plastic Consult nell'ambito dell'indagine di mercato commissionata ogni anno da PVC Forum Italia per fare il punto sul mercato italiano del PVC.
La flessione dei consumi, in linea con quello delle altre termoplastiche, che nel complesso hanno perso l'anno scorso il 4,7% (leggi articolo), sconta la caduta della domanda nella seconda parte del 2022, dopo sei mesi di sostanziale tenuta.
Le 586.000 tonnellate di PVC trasformate in Italia lo scorso anno sono equamente divise tra PVC rigido e plastificato. Il 67% è resina e il rimanente 33% compound.
Per quanto concerne i diversi settori applicativi, l’edilizia si conferma al primo posto con quasi il 35% dei consumi, seguita dall’imballaggio con l'11% del mercato, in crescita di quasi 2.000 tonnellate rispetto all’anno precedente. Leggero segno positivo anche per cartotecnica e telecomunicazioni, mentre chiude in sostanziale parità il settore dei trasporti.
Passando all’export, nel PVC rigido prosegue la contrazione dei calandrati per imballaggio, rimane stazionario quello dei tubi non in pressione, in calo le condotte in pressione, stabili le esportazioni di compound. Per il PVC plastificato si registra una stabilizzazione delle quote di export di tutti i principali segmenti ma, in valore assoluto, una contrazione dei volumi.
Le prospettive per l'anno in corso, scontata l'incertezza, non sono buone, influenzate ancora una volta da fattori esterni: positivamente per il rientro dei costi energetici (che stanno tornando sui livelli di giugno/luglio 2021) e per la riduzione dei prezzi della resina. Una serie di misure contenute nel PNRR - ha ricordato Arcelli - potrebbero avere effetti benefici sulla filiera del PVC, ad esempio quelle che riguardano infrastrutture idriche (4,3 miliardi di investimenti stanziati) e fognarie (0,6 miliardi), mobilità sostenibile e logistica integrata (oltre 25 miliardi).
Non mancano però le ombre: il contesto macro resta ancora sfavorevole, con l’Eurozona in recessione, il calo della domanda finale del largo consumo conseguente all’inflazione e all’impennata dei tassi di interesse, nonché per l’edilizia in netto rallentamento dopo 18 mesi di “rally” (2021 e 2022) con compravendite immobiliari in calo e conseguente impatto negativo sulle ristrutturazioni.
Uno scenario che lascia presagire un altro anno difficile per il mercato del PVC, come conferma l'andamento negativo del primo semestre, con la sola eccezione dell'estrusione tubi, i cui consumi sono previsti in recupero rispetto al 2022.
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