5 luglio 2024 08:45
Quella che vent'anni fa sembrava una scommessa, una certificazione sul contenuto di riciclato nei compound e nei manufatti, oggi è una necessità, sancita anche da normative nazionali come i CAM, o internazionali, vedi le recenti direttive UE su articoli monouso (SUP) e imballaggi e rifiuti da imballaggio (PPWR).
IPPR - Istituto per la plastica da riciclo, fondato nel 2004 da Unionplast, Corepla e PlasticsEurope, è oggi - con il marchio Plastics Seconda Vita (PSV) - lo schema di certificazione sul contenuto di riciclato più diffuso in Europa, nonostante abbia deciso di lasciar fuori i prodotti di importazione extraUE, come ha sottolineato con orgoglio il direttore dell'Istituto, Maria Cristina Poggesi, durante l'Assemblea generale dei soci e licenziatari tenutasi ieri a Milano.
Un primato attestato dai numeri: sono 327 i soci, di cui 271 trasformatori e 45 riciclatori, mentre il numero di prodotti certificati PSV ha sfiorato le cinque cifre, fermandosi nei primi sei mesi dell'anno a 9.943. Sono soprattutto imballaggi, articoli per edilizia o per l'igiene e l'arredo urbano, ma le categorie merceologiche che fanno uso di riciclato sono qualche decina. Dato interessante è il 69% di contenuto medio di riciclato utilizzato dai licenziatari del marchio.
"Valorizzare le plastiche provenienti dal ciclo dei rifiuti, recuperare e riciclare supportando tutto ciò con un'importante attività di normazione tecnica, la serie UNI 10667 diventata base giuridica dell’End of waste, rappresenta il miglior esito di un lavoro costante che ha raggiunto traguardi di grande significatività", ha affermato il Presidente di IPPR, Libero Cantarella, parlando all'Assemblea.
"È stato un lungo percorso talvolta anche ad ostacoli, passando da una forma di ritrosia, se non vergogna, nel dichiarare l’utilizzo di plastica riciclata a un periodo, come oggi, in cui è diventata addirittura una necessità, perché l’economia circolare, di cui IPPR è antesignana, è diventata un pilastro della nuova economia dal quale non si può più prescindere", ha aggiunto.
Risultati positivi, che vanno però oltrepassati. "Oggi più che mai - ha ricordato Cantarella - non possiamo immettere sul mercato prodotti che non abbiano seguito un corretto percorso di eco-progettazione che deve inevitabilmente considerare anche un fine vita che si esprima in un recupero effettivo, il riciclo". "Un percorso - ha aggiunto il Presidente di IPPR - che deve essere accompagnato da una comunicazione concreta e quanto più possibile verificata, in linea con i principi e le disposizioni espresse nella direttiva greenwashing/greenclaims, affinché cessino le continue campagne di promozione di prodotti che non hanno i requisiti per ritenersi più sostenibili di altri".
Nel corso dell'Assemblea è stato presentato lo studio sulla trasformazione di plastiche da riciclo pre e post-consumo in Italia, elaborato da Plastic Consult, che evidenzia una sostanziale tenuta dei volumi in un anno, il 2023, caratterizzato da una significativa flessione dell'utilizzo di plastiche vergini (leggi articolo).
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