1 dicembre 2021 09:37
Nel corso della European Bioplastics Conference in programma ieri e oggi a Berlino, sono stati forniti i dati aggiornati sul mercato delle bioplastiche, inteso nell'accezione più ampia del termine, secondo la definizione adottata dall'associazione europea di settore, European Bioplastics: polimeri biodegradabili di origine fossile (poliesteri PBAT, PBS), non biodegradabili ottenuti da biomasse (come PE e PP verde, poliammidi parzialmente biobased e bioPET) e polimeri biobased e biodegradabili, quali PHA, PLA e amidacee.
La capacità produttiva globale si attesta oggi a 2,41 milioni di tonnellate, contro poco meno di 2,1 milioni di tonnellate l'anno scorso, ma - secondo gli analisti di nova-Institute, che hanno curato lo studio - dovrebbe triplicare nei prossimi cinque anni, raggiungendo 7,5 milioni di tonnellate nel 2026.
Il 64% dell'attuale capacità produttiva, pari a circa 1,5 milioni di tonnellate, è composta da plastiche biodegradabili, biobased o da materie prime fossili, mentre il restante 36% (800.000 t/a) è rappresentato da polimeri biobased, ma non biodegradabili, come poliolefine, PET e poliammidi.
Secondo François de Bie, presidente di European Bioplastics, entro il 2026 la quota delle bioplastiche rispetto al totale delle plastiche prodotte a livello mondiale supererà per la prima volta il due percento.
A livello applicativo, il packaging si conferma il principale utilizzatore di bioplastiche, con 1,2 milioni di tonnellate, pari a circa il 48% del totale. Il resto è suddiviso tra numerose applicazioni: quelle a mostrare l'andamento più dinamico sono i beni di largo consumo, le fibre e i prodotti destinati ad agricoltura e orticoltura.
A livello di capacità produttive, l'Asia resta saldamente al primo posto e - anzi - aumenta la sua quota di penetrazione, passando dal 45% al 50% e si prevede raggiungerà il 70% entro il 2026.
L'Europa concentra oggi circa un quarto della produzione complessiva di biopolimeri, ma insieme ad altre aree del globo vedrà questa quota decrescere nel tempo.
"Nei prossimi anni assisteremo a un aumento impressionante della produzione di bioplastiche - nota Hasso von Pogrell, direttore di European Bioplastics - e ciò richiederà anche un ampliamento degli impianti. La nostra industria sarà così in grado di rispondere alla crescente domanda di bioplastiche. Come l'anno scorso, anche in questa edizione della conferenza abbiamo assistito all'annuncio di ulteriori siti produttivi”.
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