Yield10 Bioscience, società biotech statunitense operante nel settore dell’agrochimica verde (già Metabolix,
leggi articolo), ha annunciato di aver ottenuto
PHA (poliidrossialcanoato, polimero biodegradabile ) partendo dai
semi oleosi di
Camelina sativa geneticamente modificata, pianta della famiglia delle Brassicaceae più nota come
dorella. Attualmente, il PHA viene sintetizzato a livello industriale mediante fermentazione di biomasse.
Sfruttando le conoscenze pregresse nella sintesi di PHA, Yield10 ritiene che la
produzione diretta di questo biopolimero da
semi, come co-prodotto di olio per biocarburanti e farine proteiche per mangimi, possa avere un potenziale anche nella formulazione di bioplastiche su base agricola, con costi concorrenziali.
A questo fine, la società statunitense ha messo a punto e
testato sul campo negli Stati Uniti e in Canada
diverse varianti di dorella modificate con geni microbici brevettati, che consentono di ottenere semi con
alto tenore di
PHA, fino al
6% in peso. In base ai risultati, sono state selezionate due varietà per ulteriori test su larga scala, al fine di valutarne possibili applicazioni commerciali. Yield10 ritiene soddisfacente un
contenuto di PHA
dal 5 al 20 percento in peso del seme maturo. La fase successiva sarà l'estrazione del biopolimero dai semi per la validazione e la prototipazione dei materiali.
"Sebbene non sia essenziale per un lancio commerciale iniziale, il nostro
obiettivo a lungo termine è di aumentare il contenuto di PHA nel seme fino a circa il
20% in peso e implementarlo in varietà tolleranti agli erbicidi, attualmente in fase di sviluppo, per ridurre al minimo i costi di produzione", sostiene
Kristi Snell, Vice presidente Ricerca e Chief science officer di Yield10 Bioscience.
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