
Le nuove tasse su bevande zuccherate (
sugar tax) e imballaggi in plastica (
plastics tax), varate dal Governo prima dell’epidemia di
Covid-19, vanno
sospese per evitare il tracollo delle aziende che operano nel settore delle bevande, già colpite duramente dalla
chiusura delle attività commerciali, che rappresentano fino al
40% del loro
fatturato.
É quanto chiede
Assobibe, l’associazione di Confindustria che rappresenta le imprese che producono e vendono bevande analcoliche in Italia, che ricorda come la contrazione della domanda e le incertezze sulla ripresa rendano insostenibile ogni ulteriore aumento della pressione fiscale, mettendo a rischio gli
80.000 posti di lavoro della filiera, in parte già in ferie forzate e in cassa integrazione.
Secondo l’associazione, la chiusura completa di ristoranti, bar, pub, fast-food, teatri, cinema, parchi divertimento e degli altri punti vendita del canale
HO.RE.CA. ha comportato una
perdita del
100% delle
entrate e la situazione è destinata a protrarsi per mesi, dato che la ripartenza dei consumi sarà graduale, lenta e non si concluderà fino all’autunno.

La crisi interessa anche le vendite di bevande nella
grande distribuzione organizzata, dove si assiste ad una contrazione dei consumi mediamente intorno al 10%, con risultati particolarmente negativi nei
Cash & Carry. Difficoltà sono registrate anche nell’
export di prodotti tipici del made in Italy (aperitivi, chinotti, gassose, aranciate ecc.) a causa del calo della domanda e della saturazione della rete logistica.
“L’industria delle bevande analcoliche in Italia chiede al Governo un gesto di responsabilità che tuteli imprese e lavoratori in un contesto economico senza precedenti - afferma
David Dabiankov, Direttore Generale di Assobibe -. Pensare di introdurre due nuove tasse in questo momento significa condannare un’intera filiera produttiva e distributiva radicata in Italia, con effetti a cascata su numerosi settori, dall’agricoltura alla ristorazione”.
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