19 marzo 2019 08:07
Scambio di diffide tra due consorzi per il riciclo di materie plastiche, Conai (rifiuti da imballaggi) e Polieco (beni in polietilene), sulla corretta interpretazione della pronuncia giurisprudenziale della Corte di Appello di Roma n. 474/2019 per quanto concerne la natura di ‘imballaggio’ dei film tecnici utilizzati nel processo produttivo e conseguente assoggettamento al contributo ambientale.
Conai ha annunciato di aver ricevuto un atto di diffida da parte del Consorzio Polieco in merito all’ipotetica errata interpretazione e alla non corretta pubblicità della sentenza, nonché alla conseguente presunta induzione in errore delle aziende produttrici ed utilizzatrici di detti beni.
A sua volta, il consorzio per il recupero e riciclo di imballaggi ha contro-diffidato Polieco "ad interrompere tale condotta lesiva della propria reputazione, richiedendo il ritiro dell’atto stragiudiziale, dandone comunicazione immediata, nonché di render note, con il medesimo risalto con cui erano state pubblicate diverse notizie sul tema, tutte le altre decisioni giurisprudenziali inerenti all’accertamento della nozione di imballaggio che hanno visto Polieco soccombente". "Ciò - aggiunge Conai - anche al fine di dipanare qualsivoglia dubbio in capo ai consorziati produttori di imballaggi in materiale plastico”.
Non volendo addentrarci nel ginepraio legale (le diverse interpretazioni possono essere consultate sui siti dei rispettivi consorzi), ci limitiamo a indicare che, sulla base di alcune pronunce giurisprudenziali, Conai ritiene che i film in polietilene adesivo e protettivo debbano considerarsi a tutti gli effetti un imballaggio e quindi assoggettati al CAC (Contributo Ambientale Conai), mentre Polieco ribatte che tutti i film tecnici utilizzati nel processo produttivo non sono da ritenersi in ogni caso imballaggi e devono quindi versare il contributo Polieco in quanto beni in polietilene.
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