21 gennaio 2019 15:22
Assobioplastiche ha atteso di consultare la bozza di compromesso approvata dal trilogo (qui il testo) prima di commentare le norme contenute nella direttiva che limita l’utilizzo di alcuni prodotti di plastica monouso (la cosiddetta “SUP”).
L’associazione italiana che rappresenta la filiera delle plastiche compostabili rileva come in questa direttiva, come in quelle precedenti del pacchetto economia circolare e nella direttiva shopper, venga tracciata una netta linea di demarcazione tra plastiche tradizionali, plastiche oxo degradabili - messe al bando in Europa in quanto non biodegradabili e compostabili - e plastiche biodegradabili (in compostaggio/digestione anaerobica).
Una demarcazione che consentirebbe - secondo l'interpetazione data da Assobioplastiche - di uscire dall'ambito di applicazione della direttiva, qualora sia presente un circuito per la raccolta dell'umido. In questo senso i monouso in plastica compostabile andrebbero considerati come un'alternativa ai prodotti in plastica tradizionale, strumento per risolvere l'emergenza ambientale. Va comunque detto che la Direttiva monouso - così come scritta - non esenta espressamente i biopolimeri.
“Gli Stati membri hanno tutti gli strumenti per recepire le norme della direttiva SUP tenendo conto dei singoli contesti nazionali e dei relativi sistemi di gestione dei rifiuti, differenziando le misure di riduzione in base al diverso impatto ambientale dei singoli prodotti, come espressamente previsto dalla direttiva (LCA ed assessment)”, spiega Marco Versari, presidente di Assobioplastiche.
In questo senso, quindi, l’Italia - secondo l'associazione - potrà proseguire sulla strada già intrapresa, volta ad incentivare l’utilizzo sia di prodotti riutilizzabili che i monouso compostabili, quest’ultimi strettamente connessi con la raccolta e il riciclo organico dell’umido domestico e dunque con un ben definito, efficace ed efficiente circuito di riciclo (compostaggio). “Ciò consentirà all’industria italiana di riconvertirsi verso le produzioni sostenibili volute dall’Unione Europea, mantenendo occupazione e posti di lavoro in Italia”, nota Versari.
La bozza di direttiva dovrà essere ratificata dal Parlamento europeo (il 22 gennaio in Commissione ambiente) e dal Consiglio d’Europa prima della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale UE.
Un percorso di recepimento che - sottolinea Assobioplastiche - è in piena continuità con le normative già adottate in tema di Green Public Procurement (GPP), con la strada già intrapresa da numerosi Comuni sulla sostituzione delle stoviglie in plastica tradizionale con quelle riutilizzabili o compostabili e, da ultimo, con le norme (art. 226 quater d.lgs. n. 152/2006) inserite nel codice ambiente dalla legge di stabilità 2019 (articolo 1, comma 802, della Legge 30 dicembre 2018, n. 145).
“Ci aspettiamo – conclude Versari – che questo percorso prosegua a partire dal disegno di legge ‘Salvamare', promuovendo alternative riutilizzabili e compostabili in modo che l’Italia possa mantenere la propria leadership in Europa”.
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