19 ottobre 2018 07:43
Nel corso del convegno “Business Solution To Prevent Single-use plastic Waste in the environment” tenutosi a Bruxelles martedì scorso, un gruppo di europarlamentari italiani, di schieramento tripartisan (Forza Italia, Lega e PD), ha denunciato l’eccessiva fretta, le mancate valutazioni sull’impatto economico e l’approccio ideologico contenuti nella proposta di Direttiva pubblicata dalla Commissione europea il 28 maggio 2018 volta a ridurre l’impatto di certi prodotti plastici monouso sull’ambiente, che riguarda bicchieri, piatti, cannucce e posate di plastica. Proposta approvata con alcuni emendamenti il 10 ottobre scorso dalla Commissione Ambiente del Parlamento Europeo (leggi articolo) per essere votata in plenaria - e con tutta probabilità approvata - il prossimo 23 ottobre.
SCHIERAMENTO TRIPARTISAN. L’incontro è stato promosso dai parlamentari europei Elisabetta Gardini (Forza Italia / PPE), Nicola Caputo (PD / S&D) e Danilo Oscar Lancini (Lega / ENF), impegnati insieme ad altri colleghi nel proporre una serie di emendamenti volti a ridurre gli impatti negativi della direttiva, tra cui l’ipotesi di esclusione dei cosiddetti “closed loops”, ossia l’utilizzo degli articoli monouso in plastica in quegli ambiti chiusi dove è attiva e obbligatoria la raccolta differenziata dei rifiuti (uffici, fabbriche, scuole, università, ospedali) “Qui siamo veramente all’assurdo – afferma l'eurodeputato Lancini – vorrebbero limitare e abolire bicchierini, palette del caffè e piatti di plastica anche in quei luoghi dove è attiva un’efficiente raccolta differenziata dei rifiuti e questi prodotti vengono correttamente riciclati e, pertanto, non hanno alcuna possibilità di finire in mare”.
NON É COLPA DELL’EUROPA. “Il tema dell’inquinamento dei nostri mari causato dalla plastica è certamente rilevante e ha bisogno di una risposta immediata e concreta – nota Elisabetta Gardini (nella foto), eurodeputato del PPE e membro della Commissione Ambiente del Parlamento Europeo –. Tuttavia, secondo stime del Programma ambiente delle Nazioni Unite (Unep), l’inquinamento da plastica presente negli oceani (che da mesi ci viene mostrato sui media) non proviene dall’Europa ma da 10 fiumi che scorrono in Asia, Africa e Sud America”. Secondo l’europarlamentare di Forza Italia, a fronte di questo grave problema, che ha origini extraeuropee, si è prodotta una Direttiva che vuole bandire dal mercato in soli due anni alcuni prodotti monouso in plastica e ridurne fortemente l’uso di altri in quattro anni, "senza che sia stata fatta alcuna valutazione sull’impatto economico che questa decisione avrà sulle imprese (che sono quasi tutte italiane) e l’occupazione che lavoratori che operano nel comparto del monouso della plastica e nell’indotto".
IL TEMA DELLA SICUREZZA. “Non è nemmeno stata chiesta – aggiunge Nicola Caputo (foto a destra), parlamentare europeo di S&D – una valutazione all’EFSA sui rischi per la sicurezza alimentare che i prodotti monouso di plastica in certi contesti garantiscono, come nel caso di ospedali”. Secondo Caputo, la Direttiva affronta una battaglia giusta - la riduzione della plastica nell’ambiente -, ma utilizza strumenti "inadeguati e superficiali" e con una fretta motivata solo dall’approssimarsi della scadenza elettorale della prossima primavera. "La soluzione non è nei proclami ideologici o nei divieti inapplicabili, ma in una seria politica di riciclo - aggiunge -. Occorre dare agli Stati Membri degli obiettivi anche molto sfidanti di recupero della plastica. Solo così si va verso la risoluzione del problema: agendo non solo sui produttori ma soprattutto sui consumatori, tramite azioni mirate, per indurli a comportarsi in maniera diversa". "La messa al bando tout court - conclude Caputo - non servirà a risolvere il problema visto che solo lo 0,6% della plastica utilizzata in Europa finisce in mare. Manca inoltre una valutazione sull'inquinamento generato dai materiali alternativi. Il rischio è quello di passare da un inquinamento visibile ad uno invisibile e più dannoso”.
EFFETTI SUL MADE IN ITALY. Un aspetto da non sottovalutare è l’impatto che la direttiva potrebbe avere sull’industria italiana. Secondo l’eurodeputato della Lega Nord, Oscar Lancini, la direttiva provocherà in Italia una grave crisi imprenditoriale e occupazionale: "Nel nostro paese operano 25 imprese leader a livello internazionale che producono unicamente prodotti monouso in plastica che danno lavoro a oltre 3mila persone per 1 miliardo di euro di giro d’affari. Queste aziende, nel momento stesso dell’approvazione della direttiva rischiano di cessare l’attività perché non esistono i tempi e le condizioni per la riconversione. E sono solo la punta dell’iceberg: senza questi prodotti vari settori dei servizi di catering, delivery, somministrazione di cibi e bevande rischiano grosso”.
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