12 gennaio 2018 08:45
Il Governo britannico ha dichiarato guerra alle materie plastiche negli imballaggi e articoli monouso, con l’obiettivo di ridurre drasticamente la produzione di rifiuti plastici. Una guerra totale e lunga, visto che durerà 25 anni con l’ambizioso obiettivo di “eradicare” tutti i materiali plastici non strettamente necessari, come ha dichiarato ieri il primo ministro Theresa May.
La prima tappa sarà estendere a tutti i negozi, anche a quelli più piccoli, la tassa di 5 pence sui sacchetti di plastica monouso, oggi limitata a supermercati ed esercizi di grandi dimensioni. Tra le misure ipotizzate dal premier britannico c’è anche liberare le corsie dei supermercati dagli imballaggi in plastica, incentivando gli esercenti a creare isole plastics-free, e finanziare l’innovazione nel settore del riciclo. Ma non si escludono tasse specifiche su articoli monouso, per esempio le tazze per caffè, come ha proposto nei giorni scorsi Commissione ambiente del Parlamento britannico (leggi articolo).
Come prevedibile, l’annuncio non è stato accolto con favore dalla filiera delle materie plastiche, rappresentata dalla British Plastics Federation (BPF), che pur condividendo l’obiettivo di fondo - ridurre al minimo lo spreco di plastiche e massimizzarne il riciclo - e apprezzando la volontà di incentivare l’innovazione nel settore, non apprezza i toni da guerra santa usati da Theresa May, che pare non conoscere il contributo dell’industria delle materie plastiche all’economia britannica, a cominciare dai 170mila posti di lavoro.
BPF ricorda inoltre che la plastica concorre a ridurre i consumi energetici, contribuendo alla lotta ai cambiamenti climatici. La leggerezza e resistenza consente di produrre autoveicoli e aeroplani che consumano meno combustibili fossili. E, limitando l’analisi agli imballaggi, le plastiche offrono maggiore protezione agli alimenti, aumentando di un terzo la shelf-life e riducendo così lo spreco alimentare.
Secondo i produttori britannici di palstiche e articoli in plastica, incoraggiando corsie senza plastica nei supermercati il governo sta suggerendo che l’uso della plastica sia intrinsecamente sbagliato.
Sotto l’aspetto ambientale, British Plastics Federation sottolinea come gran parte dei rifiuti plastici presenti nei mari provenga da economie meno sviluppate di Asia e Africa, dove la gestione dei rifiuti è rudimentale. Occorre quindi introdurre una politica più rigorosa nella gestione dei rifiuti, mentre non è certo che la sostituzione della plastica con altri materiali possa mitigare il marine litter, che - nel Regno Unito - dipende in larga parte dal comportamento dei cittadini.
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