28 aprile 2017 07:25
Dopo il picco raggiunto nel 2014, il numero dei fallimenti in Italia ha imboccato un sentiero discendente. Tra gennaio e marzo di quest’anno sono 2.998 le aziende italiane che hanno portato i libri in tribunale, con una flessione del 16,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso (3.603 fallimenti) e del 20,2% nel confronto con il primo trimestre 2015 (3.755). Si tratta comunque di 47 imprese al giorno, circa 2 ogni ora.
Per quanto concerne i settori di attività, il commercio si conferma al primo posto con 1.020 fallimenti, seguito dall’industria con 759 casi, edilizia (611) e, all’ultimo posto, i servizi, con 210 aziende chiuse nei primi tre mesi dell’anno.
Malgrado il progressivo miglioramento del fenomeno, i ricercatori sottolineano come il numero dei fallimenti registrati nel nostro paese risulti ancora decisamente elevato rispetto al 2009, quando i riflessi della crisi non erano ancora così evidenti. Rispetto a otto anni fa, infatti, quando i fallimenti erano 2.200, l’incremento è ancora superiore del 36%.
Il momento peggiore si è toccato nel 2014, in piena crisi, con un totale di 15.336 fallimenti, 3.760 solo nel primo trimestre dell’anno.
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