4 novembre 2016 07:50
Saudi Aramco ha rilevato dalla texana Novomer la tecnologia Converge per la sintesi di polioli di polipropilene carbonato (PPC) ottenuti parzialmente da CO2.
Introdotti sul mercati due anni fa, questi intermedi sono destinati alla formulazione di poliuretani per schiume rigide e flessibili, elastomeri, adesivi e coating. Sono ottenuti mediante copolimerizzazione di epossidi con CO2, che entra nella formulazione intorno al 40% in peso.
BREVETTI E ATTREZZATURE. L’acquisizione, del valore di 100 milioni di dollari, comprende il portafoglio brevettuale, alcuni impianti e attrezzature, oltre ai materiali in magazzino. L’operazione è in linea con la strategia avviata dal gruppo saudita verso un’espansione a valle della filiera, attraverso l’integrazione e la diversificazione delle attività esistenti.
Saudi Aramco aveva investito nel 2013 in Novomer, attraverso la controllata Saudi Aramco Energy Ventures (SAEV), con l’obiettivo di accelerare lo sviluppo della tecnologia Converge e la commercializzazione dei prodotti ottenuti da CO2.
Novomer ha annunciato che utilizzerà i proventi dell’acquisizione per portare sul mercato il processo COEth (EO/CO) per la produzione sostenibile e basso costo di prodotti a base C3 e C4, come acido acrilico, butandiolo e acido succinico.
POLIOLI CONVERGE. La tecnologia sviluppata dal gruppo americano - afferma Saudi Aramco - fornisce una valida alternativa ai polioli convenzionali offrendo migliori prestazioni, sostenibilità (l’impronta al carbonio è pari a un terzo) e costi competitivi per applicazioni ad alto valore aggiunto in diversi settori applicativi, dalle imbottiture per sedili auto ai pannelli isolanti per edilizia. In termini prestazionali, quando utilizzati in formulazioni poliuretaniche, i polioli Converge assicurerebbero maggiore resistenza meccanica, chimica e all’abrasione, oltre ad una migliore tenuta agli agenti atmosferici, superiore adesione e capacità di carico.
NUOVI IMPIANTI IN MEDIO ORIENTE. Le resine Converge verranno prodotte e distribuite dalla consociata Aramco Performance Materials (APM). Il gruppo saudita ha già in programma di costruire impianti produttivi su scala commerciale per sfruttare questa tecnologia nella sintesi di specialità e intermedi destinati a differenti applicazioni industriali.
Nel luglio dell’anno scorso, Saudi Aramco ha avviato in Arabia Saudita un progetto pilota per la cattura e lo stoccaggio di CO2, in grado di gestire 800mila tonnellate annue di anidride carbonica. Il gruppo sta anche lavorando ad un veicolo sperimentale in grado di stoccare fino al 25% della CO2 prodotta in reali condizioni di guida.
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