1 luglio 2016 08:46
Nel corso degli incontri periodici tra Regione Piemonte e Sandretto per verificare l’andamento del piano di ristrutturazione e rilancio delle attività produttive avviato tre anni fa, i vertici di Photonike Capital, che controlla l’azienda torinese, hanno annunciato ieri di voler fermare la produzione di presse ad iniezione nel sito di Pont Canavese (TO) e mettere in liquidazione la società, “per impossibilità a raggiungere gli obiettivi indicati nell’oggetto sociale”.
L’intenzione del gruppo belga è di uscire dal business delle presse ad iniezione, eventualmente cedendo il ramo di azienda a terzi, per concentrarsi sulla costruzione di stampanti 3D e attrezzature per la manifattura additiva.
MERCATO FERMO E MATURO. Sandretto motiva la decisione con le difficoltà di ritagliarsi quote di mercato in un settore, quello dello stampaggio ad iniezione, molto competitivo e complesso, come emerge anche da uno studio commissionato ad una società di consulenza esterna sulle potenzialità del mercato, sulle capacità produttive del sito, sulle disponibilità ed attitudini dei lavoratori e sulla qualità del parco fornitori. “Il mercato è maturo e non ha potenzialità di crescita - dichiara a Polimerica l’AD di Sandretto e membro del CDA di Photonike Capital, Fausto Ventriglia -. Le prospettive di penetrazione delle nostre macchine al 2020 non consentivano di raggiungere volumi in linea con il piano industriale, anche considerando la struttura ‘pesante’, in termini occupazionali, ereditata dalle precedenti gestioni”.
GARANTITI I FORNITORI. “Con la liquidazione in bonis - aggiunge Ventriglia - Photonike Capital vuole tutelare i creditori di Sandretto. Il piano di liquidazione non comporterà il blocco totale delle attività, che proseguirà con la vendita di ricambi”. La società ha aperto consultazioni con i sindacati e si è resa disponibile a predisporre interventi specifici per garantire ai lavoratori in esubero un futuro occupazionale .
SI CHIAMERÀ ANCORA SANDRETTO? Per quanto riguarda la tempistica ci sono due punti fermi: nel mese di settembre termina la cassa integrazione straordinaria e all’inizio del 2017 scadranno anche i quattro anni di uso gratuito del marchio Sandretto e di altri diritti di proprietà intellettuale concessi da Finpiemonte, la finanziaria della Regione Piemonte a cui erano stati trasferiti dal gruppo Romi tre anni fa, prima di abbandonare l’impresa.
Non è quindi chiaro se Photonike potrà continuare ad utilizzare il marchio Sandretto, concesso in comodato sulla base del piano industriale presentato tre anni fa. “Il marchio riguarda le presse, noi produrremo altro, quindi riteniamo di non dover cambiare l’attuale ragione sociale”, nota Ventriglia. Nelle intenzione della società, la produzione di stampanti 3D resterà a Pont Canavese, dove con il lancio delle nuove linee produttive sono state effettuate di recente alcune assunzioni.
LA STORIA. Nel 2013 il gruppo italo-belga Photonike aveva acquisito dalla brasiliana Romi, attraverso la newco Scout One, il ramo di azienda delle presse ad iniezione e lo stabilimento di Pont Canavese ad una cifra simbolica, mentre il marchio Sandretto e altri diritti di proprietà intellettuale erano stati depositati, a titolo di garanzia, presso Finpiemonte.
All’ultimo Plast di Milano, l’anno scorso, Sandretto ha presentato la nuova Serie Dieci, una famiglia di presse ad iniezione con forza di chiusura da 30 a 450 tonnellate, destinate a rimpiazzare le precedenti gamme Micro e Serie Nove. Inoltre, nella stessa occasione era stata lanciata una nuova linea di stampanti 3D declinata in tre diverse taglie, una delle quali è stata messa in produzione nelle scorse settimane.
Photonike aveva presentato nei mesi scorsi anche un’offerta per acquisire il controllo di Fiera di Roma; offerta che - ci ha spiegato Ventriglia - è scaduta ieri e non sarà rinnovata “anche per il mutato quadro politico nella Capitale”. Prosegue invece il progetto per lo sviluppo di impianti per la produzione a bordo campo di zucchero - i cosiddetti mini zuccherifici - sviluppati dalla azienda britannica Green Power Industries (GPI).
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