14 gennaio 2016 07:37
La chimica italiana archivia un 2015 con la produzione in leggera crescita rispetto all’anno precedente (+0,8%) grazie al buon andamento delle esportazioni (+4,5% in volume) e, per la prima volta dopo anni, alla ripresa della domanda interna (+1,2%), che ha spinto in alto anche le importazioni di prodotti chimici (+4,3%). A testimoniare il risveglio del comparto è l’ultima edizione dell’osservatorio congiunturale di Federchimica, che riporta anche i preconsuntivi, basati sui primi nove mesi dell’anno, dei consumi di materie plastiche in Italia (leggi articolo).
MERCATO INTERNO IN RIPRESA. L’avvio della ripresa - segnala la federazione dell’industria chimica italiana - appare consolidato in alcuni settori clienti (auto, ma anche plastica, cosmetica e alimentare), mentre rimangono in negativo altri importanti comparti come il tessile-cuoio e le costruzioni.
BENE L’EXPORT. Di ben altra magnitudine la crescita delle vendite sui mercati esteri, che in questi anni di stagnazione sul fronte nazionale, hanno consentito al settore di mantenersi a galla. Nel 2015, l’export chimico italiano è cresciuto del +3,9% in valore, nonostante prezzi lievemente cedenti, e del +4,5% in volume. Le vendite estere restano molto diversificate a livello geografico, risultando in espansione nel 61% dei paesi, in calo nel restante 39%.
MEGLIO NEL 2016. Nonostante le incertezze dello scenario internazionale, Federchimica si mostra ottimista per l’anno in corso, arrivando a prevedere una crescita della produzione intorno al +1,4%, “nell’ipotesi che il quadro internazionale non porti a una più brusca frenata degli emergenti o all’arresto della ripresa europea”. Un risultato che sarà spinto come in passato dalle esportazioni, attese in crescita di tre punti percentuali, ma che dovrebbe trarre beneficio anche dal consolidamento della domanda interna (+1,5%).
“I livelli di attività - ricorda Federchimica - rimarranno però inferiori a quelli pre-crisi per le PMI attive nei settori, come le costruzioni, più colpiti dalla crisi e a bassa proiezione internazionale”.
Per quanto riguarda lo scenario mondiale, la domanda dovrebbe mantenere un tasso di espansione stabile, intorno al +2,5%. Per la chimica europea si prevede un miglioramento solo graduale (compreso tra l’1,0 e l’1,5%) dopo un 2015 in modesta espansione (+0,5%).
MATERIE PRIME. Sul fronte dei prezzi delle materie prime, segnala Federchimica, nonostante la flessione del pezzo del petrolio, i produttori italiani di specialità chimiche non hanno beneficiato di un calo significativo e generalizzato dei costi. Ciò a causa delle fermate per force majeure, della chiusura di alcuni impianti e di flussi di importazione contenuti. Inoltre - si legge nel documento - “il petrolio è una materia prima lontana dalla chimica a valle – di conseguenza il calo si manifesta con ritardo e in misura diluita – e che non tutte le materie prime sono riconducibili al petrolio".
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