Prime riflessioni sulla decima edizione della conferenza internazionale sulle bioplastiche tenutasi il 5 e 6 novembre scorso a Berlino.
16 novembre 2015 07:19
Alla decima edizione della European Bioplastics Conference di Berlino per Polimerica era presente Maria Teresa Scrivani. Questo il riassunto della due giorni dedicata alle bioplastiche.
Come vi sentireste se vostro figlio arrivasse a casa da scuola tentando di convincervi dell’importanza della circolarità delle risorse del pianeta e vi spiegasse che tutto ciò che compriamo usiamo e buttiamo fa parte di una catena di processi interconnessi che vanno dalla produzione con risorse naturali e sostenibili al recupero di ciò che di buono c’è ancora, per poi rimettere in ciclo tutto ciò che si ottiene?
Pensereste che il mondo stia cambiando davvero!
Ecco come ha aperto i lavori François de Bie, Chairman della 10th European Bioplastics Conference, dove più di 350 partecipanti provenienti da industria, politica, ricerca e media si sono incontrati il 5 e 6 novembre 2015 a Berlino per contribuire alla definizione delle strategie Europe per un nuova economia basata su un corretto uso delle risorse.
Economia circolare. Il recente Pacchetto dell’economia circolare elaborato dalla Commissione europea vuole promuovere una nuova economia basata sull’efficienza delle risorse, creando nuovi mercati per le materie prime secondarie, favorendo la crescita di prodotti biologici e di sostanze naturali
Tra i relatori di apertura vi era quindi Reinhard Büscher, responsabile dell’unità Chemicals, DG Growth presso la Commissione europea: “Abbiamo bisogno di chiare norme armonizzate che definiscano le soglie di sostenibilità e facilitino il riciclo di alta qualità, che è la chiave per creare una forte economia circolare provenienti da fonti rinnovabili”, ha dichiarato. Anche se la ricerca ha già mostrato la fattibilità di molti progetti, in alcuni casi manca ancora la dimostrazione che tali progetti siano realizzabili su larga scala, economicamente sostenibili e che quindi possano creare nuovi posti di lavoro.
Liste positive. Duglas Mulhall, riassumendo la filosofia “Dalla culla alla culla”, ha evidenziato come l’uso di ingredienti salutari offra un impatto positivo alle aziende che investono in essi, favorendone il vantaggio competitivo sul mercato. L’unione europea sta guidando il cambiamento anche grazie all’introduzione di Liste positive di ingredienti utilizzabili e norme per il loro impiego nei vari settori merceologici.
Il mondo delle bioplastiche nell’anno del decimo anniversario della conferenza, riafferma quindi la sua identità trovando un ruolo centrale nella politica europea.
E’ apparso comunque chiaro che nei prossimi anni lo sforzo che il legislatore dovrà fare per raggiungere gli obbiettivi è quello di armonizzare i parametri dei diversi stati europei ed esercitare un controllo su di essi a partire dalle materie prime, passando per i prodotti fino ad arrivare alla gestione della raccolta e riciclo dei rifiuti.
Un mercato in crescita. Nei prossimi anni il mercato i biopolimeri incrementerà notevolmente, grazie anche all’inserimento dei polimeri da fonti rinnovabili nella famiglia dei biopolimeri. Secondo i dati più recenti del mercato, la capacità di produzione di bioplastiche globale dovrebbe crescere, da circa 1,7 milioni di tonnellate nel 2014 a circa 7,8 milioni di tonnellate nel 2019, ha dichiarato Hasso Von Pogrel, direttore dell’European Bioplastic presentando i dati di aggiornamento del mercato del 2015 (leggi articolo con dettagli).
R&D e investimenti. Si sono alternati sul palco quindi tutti gli attori della filiera. Le grandi aziende chimiche Revedia, Succinity, Bioamber, Corbion, impegnate con la loro ricerca a produrre acido succinico e altri monomeri da fonti rinnovabili ciascuno con un processo differente. Alcuni degli impianti industriali per la produzione di monomeri sono già in funzione, ma ci si aspetta un salto tra il 2017 e il 2020. I produttori di polimeri Basf, Corbion, Perstop, NatureWork mostrando applicazioni presenti sul mercato in cui i biopolimeri offrono peculiarità (capsule del caffè, teli di pacciamatura biodegradabili, posateria monouso compostabile e film innovativi per il packaging); i grandi marchi e rivenditori, come Ikea e Marks & Spenser, Danone, Coca Cola ciascuno portando la propria esperienza e le iniziative messe in campo per essere sostenibili tramite scelte che implicano anche il supporto alla ricerca delle bioplastiche.
Comunicare è importante. Un punto chiave è la comunicazione con il consumatore finale: occorre semplificare i linguaggi e rendere i biopolimeri accettati dalla comunità. A questo scopo possono servire iniziative come la Green Sports Alleance costituita da Nature Works e i club sportivi americani per promuovere la cultura della sostenibilità nelle comunità dove vivono e giocano usando l’influenza dello sport.
Etichette e certificazioni. Collegata alla comunicazione è stata la sessione del congresso dedicata alle etichette e certificazioni di biodegradabilità dei prodotti immessi sul mercato, che dovranno essere ampliate con nuovi label che definiscano il contenuto in fonte rinnovabile in modo che il consumatore possa orientare le scelte verso prodotti realmente ecocompatibili.
Bioplastiche sul podio. Non poteva mancare il concorso Annual Bioplastics Award, i cui vincitori sono stati Mitsubishi Chemicals e Sharp con il pannello anteriore del nuovo smartphone di Sharp, realizzato con il nuovo tecnopolimeri da fonti rinnovabili Durabio di Mitsubishi (leggi articolo). Il materiale - uno speciale policarbonato biobased dove il bisfenolo A è sostituito con isosorbide ricavato da biomasse - sostituisce il vetro aumentando la durata ed evitando le rotture, oltre a garantire buone proprietà ottiche.
Risorse scarse? Avremo risorse, in termini di capacità di materia prima e terreni coltivabili, per sostenere la crescita dei biopolimeri prevista per il 2020? L’ultimo dibattito della Conferenza ha cercato di dare risposta a questa domanda. Sebbene vi siano ancora molte incognite riguardanti il tipo di materia prima da utilizzare, il tipo di reazioni chimiche coinvolte e gli indicatori di impatto sono molteplici e interconnessi, le statistiche affermano che, nonostante la domanda di biomassa aumenti per vari settori industriali, la capacità di fornitura della stessa è maggiore della richiesta per tutti gli scenari proposti.
La sfida della nuova chimica basata sulla sostenibilità ambientale sarà quindi la sostenibilità economica dei processi che dovranno rendere accessibili i prodotti senza incrementare i costi ai consumatori.
a cura di Maria Teresa Scrivani
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