Bruxelles giudica la proposta di compromesso tra Consiglio e Parlamento europeo “troppo prescrittiva”.
20 marzo 2015 07:30
In una comunicazione rivolta al Parlamento europeo, chiamato a votare in seconda lettura la proposta di modifica della Direttiva imballaggi che impone agli stati membri di ridurre il consumo di sacchetti monouso in plastica, la Commissione europea non si è mostrata entusiasta del testo di compromesso elaborato dal Consiglio e dal Parlamento, anche se apprezza il fatto che sia stato raggiunto un accordo.
In particolare, Bruxelles ritiene il testo “troppo prescrittivo”, ricordando come nella proposta originale formulata dalla Commissione non fossero stati indicati target specifici di riduzione o prezzi imposti sui sacchetti in mancanza dati e metodi di misurazione condivisi e perché si ritenevano gli Stati membri essere nelle condizioni migliori per individuare le misure necessarie a raggiungere l’obiettivo.
In ogni caso, la Commissione è disposta ad accettare “in uno spirito di compromesso” la nuova proposta nata dal compromesso tra Consiglio e Parlamento, anche non condividendone tutti i punti, alcuni dei quali vanno oltre gli obiettivi contenuti nella proposta originaria e non sono in linea con i principi della “migliore regolamentazione” e ciò potrebbe cerare problemi nell’applicazione della futura direttiva.
Gli aspetti che più preoccupano la Commissione sono:
- l’adozione di un label per i sacchetti biodegradabili e compostabili in assenza di una valutazione sull’impatto della norma, che potrebbe comportare anche nuovi oneri amministrativi per gli Stati membri e le aziende. Per la Commissione sarebbe stato meglio affrontare questo tema nell’ambito del Libro verde sui rifiuti plastici.
- L’adozione di misure di riduzione dei sacchetti potrebbe entrare in conflitto con i principi di non discriminazione e proporzionalità delle misure che regolano la circolazione di beni nel mercato unico.
- La fissazione di specifici obiettivi sul consumo di sacchetti in mancanza di rilevanti dati statistici per tutti i Paesi membri.
- Scadenze troppo brevi per sviluppare e adottare metodologie di rendicontazione dei consumi di sacchetti leggeri in plastica e regolamentare il sistema di label per quelli biodegradabili.
Il testo, ricevuto il via libera della Commissione, è ora in seconda lettura alla Commissione ambiente del Parlamento europeo. Il dibattito in seduta plenaria è fissato per il 28 aprile 2015.
Cosa dice il testo. Gli obiettivi di riduzione dei sacchetti di plastica riguardano quelli monouso in plastica (anche biodegradabili) con spessore inferiore a 50 micron. Le misure che devono essere adottate dagli Stati membri possono prevedere l'uso di strumenti economici come la fissazione del prezzo, imposte e prelievi, oppure restrizioni alla commercializzazione, come i divieti in deroga all'articolo 18 della direttiva 94/62/CE, purche? tali restrizioni siano proporzionate e non discriminatorie.
In pratica, gli stati membri possono utilizzare una di queste due opzioni o entrambe:
a) adottare misure atte ad assicurare che il livello di utilizzo annuale non superi 90 borse di plastica di materiale leggero pro capite entro il 31 dicembre 2019 e 40 borse di plastica di materiale leggero pro capite entro il 31 dicembre 2025 o obiettivi equivalenti in peso.
b) adottare strumenti atti ad assicurare che, entro il 31 dicembre 2018, le borse di plastica in materiale leggero non siano fornite gratuitamente nei punti vendita di merci o prodotti, salvo che siano attuati altri strumenti di pari efficacia.
Gli Stati membri possono esonerare le borse di plastica ultraleggere (spessore inferiore a 15 micron) utilizzate per il confezionamento di prodotti alimentari sfusi ove necessario per scopi igienici oppure se il loro uso previene la produzione di rifiuti alimentari.
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