Presentato a Roma l’annuale report promosso da FISE Unire e Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile.
6 dicembre 2013 07:14
La crisi non ferma raccolta e riciclo dei rifiuti, anche se ne rallenta la crescita sul sentiero di medio periodo.
L’anno scorso, secondo i dati contenuti nel rapporto annuale“L’Italia del Riciclo”, promosso da FISE Unire e Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, il riciclo di imballaggi è cresciuto di mezzo punto percentuale, attestandosi a 7,546 milioni di tonnellate contro le 7,511 del 2011 e le 7,346 milioni d tonnellate del 2010.
Imballaggi +0,5%. Un risultato conseguito a fronte di una significativa riduzione dei consumi delle famiglie e della produzione industriale (-6,3%), tanto che il tasso di riciclo (rapporto tra riciclo e immesso al consumo) segna un incremento del 2%, grazie soprattutto al buon andamento del recupero di carta (84%), vetro (71%) e acciaio (75%). Oggi, quindi, il 65% dei packaging immessi al consumo in Italia trova una seconda vita, anche se la discarica - in termini assoluti - pesa ancora troppo: il 43% dei rifiuti prodotti nel nostro paese finisce ancora sotto terra, con punte superiori all’80% in alcune regioni del Belpaese, anche perché nel recupero energetico siamo ancora lontani dai livelli raggiunti nei paesi più virtuosi del Nord Europa.
Primato nell’auto. Tra i risultati positivi che emergono dal Rapporto c’è il primato europeo dell’Italia nel reimpiego dei materiali ottenuti dalla demolizione dei veicoli a fine vita e un secondo posto per il loro riciclo.
Rifiuti plastici. Focalizzando l’attenzione sui rifiuti da imballaggio in plastica, il Rapporto evidenzia un incremento di un punto percentuale nel riciclo, per un totale di 754.000 tonnellate, a fronte di un calo dell’1,1% dell’immesso al consumo (2 milioni di tonnellate) tra imballaggi flessibili (41%), imballaggi rigidi (51%) e imballaggi di protezione e accessori (8%). La percentuale di riciclo sull’immesso al consumo ha così raggiunto il 37%.
Altre 700.000 tonnellate sono state avviate a riciclo energetico, o direttamente negli impianti di termovalorizzazione, o attraverso la produzione di combustibile alternativo, destinato in larga parte a cementifici. Il recupero complessivo (riciclo meccanico + recupero energetico) ha quindi toccato l’anno scorso 1.454.000 tonnellate, pari al 71% dell’immesso al consumo.
Differenziata a due velocità. La raccolta differenziata degli imballaggi in plastica ha registrato l’anno sorso un incremento del 5,5%.
Più virtuose, nel complesso, le Regioni del Nord, dove il Veneto con 18 kg/ab anno vanta la più alta raccolta pro-capite d’Italia (la media nazionale è di 11,6 kg/ab anno), mantenendo ottimi parametri qualitativi.
Nel Centro, il Lazio ha registrato un incremento significativo (+20%) con risultati importanti per la Provincia di Viterbo, anche se Roma stenta ancora a raggiungere quantità significative.
Al Sud, la Campania ha fatto registrare una crescita del 10% e un pro-capite di 11,7 kg/ab anno, posizionandosi al di sopra della media nazionale. Fanalino di coda la Calabria con 2,8 kg/ab anno. Nelle isole, la Sardegna si sta avvicinando ai 13 kg/ab anno, mentre la Sicilia continua a rimanere la penultima Regione per pro-capite con 3,6 kg/ab anno.
Così la gomma. Con 293.800 tonnellate recuperate l’anno scorso, il 43% delle quali riciclate, anche gli pneumatici fuori uso hanno oltrepassato gli obiettivi di legge, seppur di un soffio (la soglia era fissata a 291.000 ton). A livello regionale, la Lombardia si conferma la Regione con un maggior gettito di PFU (43.000 ton.), seguita da Campania, Veneto ed Emilia Romagna, che generano ognuna da 25.000 a 29.000 t/a di pneumatici fuori uso.
Che fine fa la gomma? Il materiale recuperato dagli pneumatici trova applicazione soprattutto come combustibile, ma non solo: vengono realizzati anche manufatti in gomma, come mattonelle anti-trauma, elementi per arredo urbano e accessori per i parchi gioco.
La produzione di pannelli per isolamento acustico degli edifici assorbe solo l’1% della gomma venduta nel 2012: “la crisi dell’edilizia ha sicuramente influito in tale poco significativo valore - si legge nel Rapporto -, ma un’eventuale futura normativa sulle prestazioni acustiche degli edifici potrebbe significativamente incidere sullo sviluppo di questo settore, determinando una significativa maggiore valorizzazione della gomma dagli PFU.
La formulazione di mescole di gomma assorbe circa il 6% di polverini e granuli, mentre l’uso di polverino di gomma in pavimentazioni stradali rappresenta ancora una nicchia di mercato, con un potenziale ancora non espresso.
Commenti. “Nonostante i difficili anni di crisi - commenta Corrado Scapino, Presidente di Unire - il settore del recupero rifiuti si conferma un sistema dinamico, almeno per quanto riguarda le imprese e gli organismi di gestione che lo coordinano, che ha mostrato nel tempo una buona capacità di adattamento e riorganizzazione in vista del raggiungimento di nuovi obiettivi”. “Purtroppo - aggiunge Scapino - continuiamo a riscontrare il mancato rispetto della gerarchia di gestione dei rifiuti, che vede il riciclo prioritario rispetto ad altre forme di gestione, e che deve realizzarsi attraverso atti, regolamentazioni, strumenti ed iniziative concrete, sia a livello centrale che locale. In tale ottica, occorre in primis attivare nuove leve per stimolare il mercato dei materiali riciclati, anche attraverso politiche di green public procurement che in Italia, a differenza di altri Paesi, stentano a decollare”.
Il rapporto “L’Italia del Riciclo” può essere scaricato dal sito FISE Unire
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