La settimana appena conclusa ha visto, in contemporanea, tre eventi a livello europeo che interessano plastiche e ambiente: Ecomondo, Identiplast e la settima European Bioplastics Conference.
9 novembre 2012 08:37
Settimana intensa, quella appena trascorsa, per il connubio plastiche e ambiente. Nell'arco di pochi giorni si sono tenuti in Europa tre eventi dedicati a questo tema: Ecomondo a Rimini - dove oggi si parla di bioraffinerie e del progetto Matrìca - con gli Stati Generali della Green Economy (7-10 novembre); IdentiPlast in Polonia (6-7 novembre) e, a Berlino, la settima conferenza europea sulle bioplastiche (6-7 novembre) organizzata dall'associazione della filiera, European Bioplastics.
Di Ecomondo abbiamo detto e diremo, essendo presenti per tutta la durata della manifestazione. IdentiPlast promosso da PlasticsEurope e dall'intera filiera europea delle materie plastiche, era dedicata quest'anno alla riduzione del conferimento dei rifiuti plastici in discarica, con l'obiettivo di azzerarlo completamente entro il 2020, impegno che PlasticsEurope ha preso nell'ambito di un piano per aumentare la sostenibilità ambientale dell'intero settore, che comprende anche la lotta all'inquinamento marino.
Uno degli ostacoli da rimuovere per raggiungere la "discarica zero" riguarda le discrepanze esistenti nei diversi sistemi di raccolta a livello comunitario, a cui contribuiscono anche alcune lacune delle norme in vigore a livello europeo. Ma bisogna anche combinare - e questo vale soprattutto per i paesi come l'Italia - riciclo meccanico e recupero energetico. Nei paesi dove questo mix è ben integrato, già oggi la quasi totalità dei rifiuti da imballaggio in plastica non finiscono in discarica. Senza uno sforzo congiunto a livello continentale - è stato detto a Identiplast -, l'obiettivo "zero plastics to landfill " resterà un sogno almeno fino al 2037; d'altro canto - ha sottolineato un relatore - anticipare questo risultato al 2020 porterebbe alla creazione di 160mila nuovi posti di lavoro nel settore del recupero e riciclo di materie plastiche.
Passiamo alla European Bioplastics Conference, a cui hanno partecipato quest'anno 400 operatori. In attesa di un approfondimento dalla nostra inviata a Berlino, forniamo qualche prima indicazione sull'evento dedicato al mondo delle bioplastiche, che quest'anno cercava di dare una riposta a una domanda cruciale: "Il settore è finalmente pronto a passare dalla nicchia alla massa?"
Qualche dato elaborato da European Bioplastics lo avevamo anticipato nei giorni scorsi: la produzione di bioplastiche (nell'accezione più ampia del termine) dovrebbe crescere da 1,2 a 5,8 milioni di tonnellate entro il 2016, anche se il maggior contributo sarà fornito da polimeri biobased, ma non biodegradabili, come il polietilene e il PET ottenuti da bioetanolo. Il bioPET (oggi solo parzialmente biobased) raggiungerà un volume di 4,6 milioni di tonnellate, pari ad oltre l'80% della capacità produttiva di tutte le bioplastiche (contro l'attuale 40%). La produzione di biopolimeri da risorse rinnovabili dovrebbe invece attestarsi, nel 2016, a 770.000 tonnellate annue: il PLA è dato in crescita del 50% a quasi 300.000 tonnellate e il PHA - nelle stime - potrebbe addirittura crescere del +550% fino a superare e le 140.000 tonnellate annue.
Durante la conferenza di Berlino sono stati affrontati anche altri temi cruciali per lo sviluppo del settore, come l'impatto di un aumento dei consumi di bioplastiche sulla filiera del riciclo delle materie plastiche; i riciclatori presenti a una tavola rotonda sul tema hanno affermato di poter selezionare e rigenerare senza problemi PLA e altri biopolimeri, purché ve ne sia una quantità sufficiente a giustificare gli investimenti.
Nel corso della due giorni berlinese sono stati anche conferiti i Bioplastics Award: a conquistarli due progetti che riguardano il settore automotive: la giapponese Takata per un nuovo concetto di volante/airbag che mostra potenziali e limiti delle bioplastiche e il centro per le bioplastiche e i biocompositi (IfBB) dell'Università di Hannover per il portellone montato sul prototipo di auto da corsa "Bioconcept Car", realizzato con una resina epossidica biobased rinforzata con fibre di lino.
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