Costituita joint-venture con Wortex per produrre impianti di estrusione nel paese sudamericano e dribblare così i dazi, saliti nei giorni scorsi al 25%.
10 settembre 2012 08:07
Il costruttore di linee di estrusione, di termoformatura e impianti di riciclo Amut ha firmato a luglio una lettera d'intenti con la brasiliana Wortex per dar vita entro la fine dell'anno ad una joint-venture denominata Amut Wortex in cui l'azienda italiana deterrà il 51% del capitale.
Il progetto - come ha spiegato a Polimerica il CEO di Amut, Mauro Drappo - rientra in un più ampio programma di crescita dimensionale e internazionalizzazione avviato con l'ingresso nel capitale della società del Fondo Italiano di Investimento, avvenuto lo scorso anno. "La joint-venture con Wortex ci permetterà di entrare sul mercato brasiliano e, più in generale, in Sud America costruendo in loco gli impianti - afferma Drappo -. Inizialmente linee di estrusione per tubi, profili, foglie da imballaggio e in seguito anche termoformatrici e impianti per il trattamento di rifiuti civili e industriali, attività per il quale stiamo costituendo una nuova divisione all'interno dell'azienda".
La scelta di produrre in Brasile, del resto, è quasi obbligata, considerando i dazi all'importazione di beni strumentali, che proprio nei giorni scorsi - per la categoria che comprende anche la trasformazione di materie plastiche - sono stati elevati dal 12% al 25%.
La road map dell'operazione prevede la realizzazione di un nuovo stabilimento a Campinas, nello stato di San Paolo, che sarà completato entro la fine dell'anno; l'avvio delle operazioni sarà ufficializzato nel marzo 2013 con una open-house e la presentazione al mercato di due impianti.
La joint-venture brasiliana prenderà in carico anche le attività commerciali del gruppo italiano in Brasile, oggi seguite dalla sede di Novara. Il mercato locale è stato fino ad oggi considerato solo marginalmente da Amut, proprio per i limiti imposti dai dazi doganali, anche se la società ha recentemente venduto nel paese carioca un impianto di lavaggio per scaglie PET destinate al riciclo bottle-to-bottle.
Il piano strategico di Amut potrebbe avere un seguito: "E' necessario crescere sui mercati internazionali, seguendo il modello dei costruttori tedeschi: la difficoltà è trovare partner con i quali instaurare un rapporto di collaborazione che non porti a un trasferimento non voluto di tecnologia - conclude Mauro Drappo -. Abbiamo un altro progetto nel cassetto, ma è ancora prematuro parlarne".
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