21 maggio 2025 08:56
Con 1,5 milioni di tonnellate di imballaggi in materiale plastico recuperati l'anno scorso con la raccolta differenziata, il 4% in più rispetto al 2023, il nostro paese ha finalmente centrato gli obiettivi europei di avvio a riciclo del 50% anche per la plastica e con un anno di anticipo rispetto alla scadenza del 2025. In termini procapite, la raccolta ha raggiunto i 26 kg.
I dati sono stati diffusi durante l'Assemblea annuale di Corepla tenutasi il 19 maggio scorso a Milano.
Scendendo più in dettaglio nei numeri, nel corso del 2024 l'immesso al consumo di imballaggi in plastica di competenza Corepla (dichiarazione CAC) è stimato in poco più di 1,87 milioni di tonnellate, che sale a 2,25 milioni di tonnellate considerando anche sistemi autonomi e Biorepack (plastiche compostabili).
I volumi di imballaggi avviati a riciclo, di competenza Corepla, ammontano a 931.096 tonnellate, di cui 608.902 sono giunte dalla raccolta differenziata, 31.104 tonnellate da piattaforme C&I coordinate e 291.090 tonnellate da gestione indipendente. Aggiungendo anche plastica riciclata co-combusta nei cementifici - circa 10.000 ton, che non rientrano però a pieno titolo nel calcolo Eurostat - la percentuale di riciclo sull'immesso al consumo sale dal 49,6% al 50,1%, appena sopra la soglia chiesta dalla UE al 2025.
Per quanto concerne la suddivisione tra Corepla e consorzi autonomi, il primo ha gestito 1.335.031 tonnellate di raccolta differenziata, di cui 1.201.667 tonnellate di imballaggi. Per arrivare alle 1.531.319 tonnellate è stato prezioso il contributo dei sistemi autonomi. La raccolta era composta per il 90% da imballaggi in plastica, pari a 1.378.720 tonnellate.
Anche il materiale che, per ragioni tecnologiche, non può ancora essere riciclato non è stato sprecato: l'87% è finito nei cementifici in sostituzione dei combustibili fossili, mentre il 13% è stato conferito ai termovalorizzatori. Di conseguenza, lo smaltimento in discarica è diventato residuale (0,06%).
La misurazione delle prestazioni delle attività di riciclo segue il nuovo metodo UE, fissato dalla Decisione 2019/1004: il punto di calcolo è stato spostato più a valle, ovvero all'alimentazione dell'estrusore nel riciclo meccanico, escludendo gli scarti delle operazioni preliminari (selezione, macinazione, lavaggio, asciugatura). Dato che misurare l'effettivo quantitativo in questo punto è quasi impossibile nella pratica - segnala Corepla - bisogna stimare la resa tramite un bilancio di materia. Il Consorzio ha quindi avviato una rilevazione sperimentale presso gli impianti di riciclo per raccogliere dati secondo le nuove linee guida Eurostat.
Guardando avanti, per raggiungere il prossimo obiettivo europeo, il riciclo del 55% degli imballaggi in plastica entro il 2030, Corepla ritiene indispensabili ulteriori azioni: aumentare la raccolta differenziata, urbana e selettiva; incrementare la percentuale di rifiuti avviati a riciclo; migliorare le rese; aumentare la capacità impiantistica e sviluppare processi di riciclo non convenzionali (riciclo chimico, SRA). In quest'ottica, il riciclo chimico è visto come un complemento necessario al riciclo meccanico, specialmente per gli imballaggi difficilmente riciclabili. Opzione che deve essere ancora validata in ambito UE.
Per quanto riguarda la raccolta selettiva, Corepla sta promuovendo l'addendum "Raccolta selettiva CPL PET alimentare" con un corrispettivo maggiorato e sta portando avanti il progetto RecoPet con l'installazione di ecocompattatori per il riciclo bottle-to-bottle, giunti a 250 unità a fine 2024, per una raccolta compelssiva pari a oltre 250 tonnellate. Prosegue anche il progetto Rivending per la raccolta di bicchieri in polistirolo e bottiglie in PET dalle vending machine, che nel 2024 ha più che duplicato le quantità raccolte.
Queste iniziative mirano a intercettare maggiori volumi di imballaggi, migliorare la qualità della raccolta e contribuire al raggiungimento degli obiettivi della Direttiva SUP (Single Use Plastic), che prevede la raccolta del 77% delle bottiglie monouso in plastica entro il 2025 per poi salire al 90% entro il 2029.
Va considerato, nello scenario futuro, anche il nuovo Regolamento su imballaggi e rifiuti da imballaggio (PPWR), che impone che tutti gli imballaggi immessi al consumo siano riciclabili entro il 2030 e riciclabili su larga scala entro il 2035, con un obiettivo minimo del 55% per categoria. A questo fine verrà introdotta una classificazione di riciclabilità (da A a C) che sarà un criterio obbligatorio per la modulazione del contributo ambientale (CAC). Come noto, il PPWR prevede anche obiettivi di riduzione dell'immesso al consumo e divieti per determinate categorie di imballaggi. Inoltre, impone obblighi di contenuto minimo di riciclato negli imballaggi in plastica a partire dal 2030.
Passando dai volumi ai ricavi, quello da Contributo ambientale (CAC) è stato pari l'anno scorso a 667,3 milioni di euro, 139.000 in più rispetto al 2023. Nel frattempo il contributo è aumentato e le fasce contributive sono diventate nove, in funzione della riciclabilità. Sempre più aziende hanno riprogettato gli imballaggi - afferma Corepla - abbandonando soluzioni non riciclabili e optando per materiali monomero o soluzioni che facilitano la selezione. Questo ha portato a una significativa riduzione degli imballaggi di fascia C (difficilmente riciclabili) passati dal 43,3% del 2018 al 19% del 2024. L'obiettivo per i prossimi anni è ridurre ulteriormente gli imballaggi di questa fascia.
I ricavi da vendita di materiali riciclati sono anch'essi aumentati, da 73,6 a 98 milioni di euro. Ciò nonostante, il bilancio 2024 si è chiuso con un disavanzo di poco più di 18 milioni di euro (comunque molto meno dei 135 milioni del 2023), poiché sono cresciuti anche i costi, soprattutto quelli di raccolta e selezione.
Nota finale, Corepla sottolinea che la domanda di polimeri riciclati di elevata qualità supera l'offerta, in particolare per quelli soggetti a obblighi di contenuto minimo (come il PET per bottiglie), mentre i polimeri a minor valore aggiunto soffrono di una carenza di impianti di trasformazione e mercati finali.
Chiudiamo con il commento del presidente di Corepla, Giovanni Cassuti (nella foto): "Il nostro compito – ha affermato – non è soltanto garantire una gestione efficiente degli imballaggi in plastica, ma guidare un’evoluzione culturale che metta al centro economia circolare, innovazione e responsabilità condivisa. È essenziale superare le semplificazioni e le distorsioni che spesso accompagnano il dibattito sulla plastica: se correttamente progettata, raccolta e riciclata, questa materia può trasformarsi in una risorsa, contribuendo concretamente a ridurre l’impatto ambientale e a generare valore per il sistema Paese".
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