21 aprile 2023 13:07
In una nota diffusa oggi a nome del Presidente Libero Cantarella (nella foto), IPPR - Istituto per la Promozione delle Plastiche da Riciclo, evidenzia un ulteriore rischio legato all'attuazione del Regolamento su mballaggi e rifiuti da imballaggio proposto dalla Commissione europea. Vale a dire che le quote obbligatorie di materiale riciclato da reintrodurre negli imballaggi, "sancite e calate dall’alto", potrebbero sottrarre disponibilità a tutte le altre applicazioni, creando tensioni sul lato dell'offerta.
"Obbligo di contenuto riciclato che - si legge nella nota -, essendo stato definito senza una fondamentale valutazione di impatto sulla sua sostenibilità ambientale, economica e sociale, rischia di minare alle basi non solo l’industria della produzione di imballaggi ma l’intero mondo della trasformazione di materie plastiche".
Studi qualitativi e quantitativi condotti in questi anni da IPPR mostrano che l’Italia, con oltre 1,2 milioni di tonnellate annue, copre con materiale riciclato il 20% delle materie plastiche utilizzate nella produzione di nuovi manufatti: imballaggi, ma anche altri beni che servono a soddisfare la domanda di molteplici settori, quali automotive, edilizia, arredo urbano. Una quota che mediamente in Europa si attesta al 6%.
"Per molto tempo - sostiene IPPR - abbiamo lavorato per cercare dei congrui sbocchi alle plastiche raccolte, selezionate e riciclate perché potessero avere una nuova vita dentro e fuori al mondo dell’imballaggio, dove non sempre è possibile - o opportuno per motivi tecnici o normativi – reimmettere riciclato, ma anche soddisfare le richieste dei Criteri Ambientali Minimi del Ministero dell’Ambiente che chiede prodotti 'sostenibili'. Molti prodotti che oggi realizziamo solo grazie ai riciclati provenienti dal ciclo dei rifiuti degli imballaggi e che incorporano quote importanti di plastica riciclata potrebbero non essere presto più disponibili sul mercato".
"Il Regolamento - conclude la nota di IPPR - produrrà un duplice danno all’industria delle plastiche (quella italiana è la seconda in Europa): ai produttori di imballaggi e ai produttori di altri beni, vanificando il lavoro di diffusione e incorporazione in nuovi prodotti delle plastiche riciclate portato avanti con l’impegno di tutti gli attori della filiera dalla fine degli anni 90 ad oggi".
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