4 luglio 2022 08:50
Il 2021 è stato un ottimo anno per i costruttori italiani di macchine e impianti per imballaggio: secondo le stime dell'associazione di settore, Ucima, il fatturato complessivo del settore è salito a 8,24 miliardi di euro (+5,5% rispetto al 2020), infrangendo così il precedente record di 8,04 miliardi conseguito nel 2019, prima della pandemia.
Lo studio di mercato elaborato dal Centro Studi Mecs - Ucima ha censito 633 aziende italiane attive, con 36.351 addetti (+2%). Resta preminente l'asse della via Emilia - la cosiddetta Packaging Valley -, ma importanti distretti produttivi sono attivi anche in Lombardia, Piemonte, Veneto e Toscana. La provincia che conta più aziende è Bologna, con 73 imprese, seguita da Parma (55) e Milano (54).
Le macchine per il packaging primario rappresentano il 52,2% del fatturato totale, per un valore di 4,29 miliardi di euro; quelle per packaging secondario valgono il 20,7%, mentre le attrezzature per il fine linea il 13% e le tecnologie per il labelling il 6,2%.
Le vendite all'estero di macchinari costruiti in Italia, con 6,46 miliardi di euro, hanno raggiunto il 78,4% del totale. Dopo il calo del 4% del 2020 - afferma l'associazione -, le esportazioni sono tornate l'anno scorso in territorio positivo, registrando un +6,2%. La UE è il principale mercato mercato di destinazione con il 40,8% (2,15 miliardi di euro, +3,4% rispetto al 2020), seguita da Asia (942 milioni, -4,4%) e Nord America (828 milioni, +13%).
L'anno scorso è cresciuto anche il mercato interno, con vendite per 1,77 miliardi di euro (+3,2%) e una quota sul fatturato totale pari al 21,6%.
Non è affatto scontato che il settore confermi questo trend nel 2022, anche perché - ha annunciato Riccardo Cavanna, neopresidente di Ucima (subentrato a Matteo Gentili) - "il primo trimestre 2022 ha segnato un leggero calo del -4,4% rispetto allo stesso periodo del 2021, anche se l'andamento degli ordini (+8%) e i mesi di produzione garantita (6,7), lasciano ben sperare per una chiusura in positivo".
"L'anno in corso rischia di essere meno brillante di quello passato a causa di molte criticità - nota Cavanna (nella foto) -: dai costi delle materie prime agli incrementi dei prezzi dei trasporti fino alla difficoltà di reperire determinati componenti che impediscono la consegna di macchine pronte. Senza contare le difficoltà dovute alle sanzioni alla Russia". "Vogliamo però restare fiduciosi - ha concluso Cavanna -, anche sulla base degli ottimi riscontri della nostra fiera Ipack-Ima, che ha dimostrato grande dinamismo del mercato, voglia di ripartire e interessanti prospettive tecnologiche per l'immediato futuro, sempre più digitali e integrate con una servitization ancora più efficiente".
Come annunciato due anni fa (leggi articolo), Riccardo Cavanna è subentrato quest'anno alla presidenza Ucima e resterà in carica fino al 2024.
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