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Alla vigilia dell’entrata in vigore dell’obbligo, per i lavoratori, di dotarsi di certificato verde Covid-19, ossia il
Green Pass, crescono le preoccupazioni per le conseguenze di questo provvedimento sull’intera filiera
logistica, che portano perfino ad allarmi sul rifornimento dei supermercati.
I due nodi critici appaiono ora i porti e l’autotrasporto.
Per gli
scali marittimi, il primo segnale di allarme è arrivato da
Trieste, dove nei giorni scorsi il Coordinamento Lavoratori Portuali afferma che il quaranta percento dei portuali non è vaccinato e conferma il blocco del porto dal 15 ottobre, giorno d’inizio dell’obbligo.
Confetra Friuli Venezia Giulia ha segnalato che l’attuale incertezza sta già deviando le merci su altri porti europei: “Se le operazioni verranno fermate, le merci troveranno altre strade più sicure e non ritorneranno facilmente indietro”.
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Il blocco potrebbe estendersi anche ad altri scali. Secondo il portavoce dei portuali triestini, Stefano Puzzer, potrebbe fermarsi anche
Genova, dove il venti percento dei lavoratori non è vaccinato. Più rassicurante appare la situazione a Venezia, Napoli e Salerno, dove le Autorità portuali non prevedono fermi.
Sul versante dell’
autotrasporto, la
Fiap ammonisce che “dai dati raccolti dalle imprese operanti nel settore e da diversi produttori/committenti, si stimano
inefficienze e una possibile
riduzione della capacità di consegna sino a
l 50%, derivanti dalla necessità per le imprese di dover effettuare i controlli, o per gli autisti privi di Green Pass di doversi sottoporre ai tamponi (al momento peraltro difficili da prenotare). Questo significa che potrebbero venire a mancare
prodotti di consumo essenziali, ad esempio quelli alimentari e farmaceutici, ma anche carburanti e materie prime, necessarie al funzionamento della maggior parte delle industrie italiane”. L’associazione esprime anche il timore che questa situazione possa contrbuire a creare una concorrenza sleale tra operatori/industrie che sceglieranno di operare nel rispetto della legge e altri soggetti che, invece, gestiranno i controlli in maniera più accomodante.
L’allarme sull’autotrasporto è ribadito da
Confetra, secondo cui si rischia una
paralisi perché il 30% degli autisti italiani non avrebbe il Green Pass e l’80% di quelli stranieri che svolgono trasporti internazionali da e per l’Italia non sarebbe vaccinato. Situazione che si innesta su un settore già in affanno, da un lato perché è in crescita, dall'altro perché
mancano all'appello circa
5mila autisti. Per affrontare questa crisi, l'associazione chiede l’introduzione dell’
obbligo vaccinale e l’applicazione dei provvedimenti anche agli autotrasportatori stranieri.
Il presidente di
Conftrasporto, Paolo Uggè, ha proposto un
rinvio dell’obbligo di tre mesi, tempo necessario per introdurre l’obbligo vaccinale, che andrebbe esteso anche autotrasportatori in arrivo dall'estero.
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Trasporto Europa© Polimerica - Riproduzione riservata