Sono partiti a Capo Miseno, in provincia di Napoli, i
test sperimentali su
retini in bioplastica (
Mater-bi di
Novamont) per l’accrescimento dei mitili, in previsione di una sostituzione di quelli in plastica convenzionale in tutti gli allevamenti di cozze della regione, dal litorale Domitio al Cilento.
La sperimentazione in mare rientra nel progetto “
Cozza Plastic Free”, che vede insieme
Coldiretti Impresa Pesca Campania,
Università Federico II (Dipartimento di Medicina Veterinaria e Produzioni Animali),
Novamont e
Legambiente Campania. Interesserà cinque allevamenti tra il litorale Domitio e il golfo di Napoli, al fine di testare la
resistenza in mare rispetto alle diverse correnti, la
forma utile per l’accrescimento dei mitili e il contributo alla qualità del prodotto finito.
Secondo Legambiente, nelle aree di allevamento delle cozze, i retini usati nella mitilicoltura sono tra i
rifiuti più presenti nelle spiagge, all'
ottavo posto (con il 3,2% di tutti i rifiuti registrati complessivamente nel 2021) con una media di 25 ogni 100 metri lineari di spiaggia monitorata dall'associazione ambientalista.
“L’adozione dei retini in bioplastica biodegradabile e compostabile è una scelta necessaria per
proteggere il nostro mare dalla minaccia delle
microplastiche, che possono finire anche nella catena alimentare - sottolinea
Salvatore Loffreda, direttore di Coldiretti Campania –. Una volta concluso l’utilizzo, le calze diventano
rifiuto speciale, da smaltire correttamente presso i porti di approdo. Le reti in bioplastica, invece, possono essere raccolte e avviate a riciclo negli impianti di
compostaggio, ricavando fertilizzante utile per l’agricoltura".
"Inoltre - afferma Coldiretti Impresa Pesca Campania - se questo tipo di retino in bioplastica dovesse essere, malauguratamente, disperso e
finire in mare, si degraderebbe in un arco temporale massimo di
18 mesi come evidenziato dalle ricerche sinora effettuate su diversi prodotti realizzati in Mater-bi".
Novamont sta anche effettuando test per valutare le performance delle retine in termini di sostenibilità e dei
diversi flussi di riciclo (meccanico, organico, ecc). “Niente deve essere abbandonato, né in suolo né in mare, in maniera irresponsabile perché ciò determina comunque un rischio ecologico potenziale - precisa
Andrea Di Stefano, responsabile progetti speciali di Novamont -. La biodegradabilità intrinseca dei prodotti in Mater-bi rappresenta un fattore di
mitigazione del
rischio ecologico che non deve diventare messaggio commerciale, ma ulteriore elemento di valutazione del profilo ambientale dei prodotti biodegradabili”.
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