11 dicembre 2020 16:37
Gli effetti della pandemia si sono fatti sentire anche nella gestione rifiuti nel nostro paese, fortunatamente senza mettere in crisi il sistema, che ha saputo assorbire in modo resiliente le criticità garantendo raccolta, trattamento e riciclo anche nei periodi più critici del lockdown. É quanto emerso dal webinar organizzato da FISE Unicircular e Fondazione Sviluppo Sostenibile per presentare l'ultima edizione del rapporto “L’Italia del Riciclo 2020”.
EFFETTO COVID-19. Nel 2020 sono aumentate le raccolte differenziate domestiche degli imballaggi (+7% nei primi 4 mesi dell'anno, +5-6% quelli in plastica), mentre hanno registrato un brusco calo le raccolte presso le isole ecologiche (-10%): in calo l’organico (-15%) per il crollo della ristorazione e del turismo, i rifiuti speciali di origine industriale, così come quelli delle costruzioni e del commercio. Nei mesi della pandemia le ripercussioni più pesanti si sono registrate su due fronti: la riduzione degli sbocchi esteri (chiusure e rallentamenti doganali) e di quelli nazionali per via del blocco/crisi di alcuni settori produttivi (come automotive e ed edilizia) ha determinato una decisa caduta della richiesta di materie prime riciclate e una maggiore competizione da parte delle materie prime vergini per il crollo dei loro prezzi. Un altro effetto negativo innescato dall’epidemia è stato il generale rallentamento degli investimenti programmati nel settore dei rifiuti.
COSA SERVE? Per centrare gli obiettivi di Circular Economy fissati a livello europeo - sono concordi gli operatori del settore interpellati dai ricercatori - sono necessarie semplificazione amministrativa e normativa, nonché e misure di sostegno al mercato dei prodotti riciclati, da attivare anche sfruttando i fondi che arriveranno nei prossimi mesi con il piano NEXT Generation EU.
IL RICICLO NEL 2019. Passando al rapporto sull'andamento delle diverse filiere del riciclo nel 2019, si conferma il trend verso una approccio sempre più virtuoso alla raccolta e riciclo degli imballaggi: 9,6 milioni di tonnellate sono state avviate a recupero di materia (+3% rispetto al 2018) e il tasso di riciclo ha raggiunto, nel complesso, il 70% sull’immesso al consumo, con i tassi di recupero dei singoli materiali allineati a livello europeo: carta (81%), vetro (77%), plastica (46%), legno (63%), alluminio (70%), acciaio (82%). Siamo ancora indietro rispetto ai target UE, invece, nella raccolta dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE) che ha raggiunto il 38% (+10% rispetto all'anno precedente), ben lontano dal 65% fissato per il 2019; lo stesso vale per la raccolta delle pile (43%, 2 punti sotto il target) e per il riciclo dei veicoli fuori uso, inferiore all’85% del peso del veicolo, percentuale molto lontana dal target del 95% di recupero complessivo previsto per il 2015.
Mostrano trend in crescita il recupero della frazione organica (+7,5%), la principale porzione in peso dei rifiuti urbana, mentre gli pneumatici fuori uso (PFU) riescono a centrare l’obiettivo nazionale, avviando a recupero di materia 151.000 tonnellate e a recupero energetico 116.000 tonnellate.
END OF WASTE. A questo punto, afferma Paolo Barberi, Presidente di FISE Unicircular è necessaria “la rapida definizione dei decreti nazionali per le diverse filiere End of Waste e la semplificazione delle procedure di controllo sulle autorizzazioni, caso per caso". "L’emergenza ha evidenziato inoltre alcune carenze di dotazione impiantistica (soprattutto per la frazione organica e la frazione residuale non riciclabile) e la necessità di nuove tecnologie di riciclo per alcune tipologie di rifiuti (plastiche miste e alcuni RAEE)". Secondo Barberi, il sistema italiano del riciclo è in grado di affrontare i nuovi e più ambiziosi target europei per l’economia circolare "purché si facciano ulteriori sforzi per migliorare la qualità delle raccolte e di conseguenza dei materiali da riciclo, venga promosso l’uso dei prodotti circolari e siano recuperati i ritardi e le carenze impiantistiche ancora presenti in alcune zone del Paese”.
Con l’aumento della quantità di rifiuti riciclati, bisogna promuovere l'impiego dei materiali generati dal riciclo dei rifiuti, rafforzando il ricorso a prodotti e beni riciclati negli acquisti pubblici verdi (GPP); andrebbe poi introdotto l’obbligo, per determinati prodotti e opere, di un contenuto minimo di riciclato, anticipando le azioni previste dal nuovo Piano europeo sull’economia circolare. Sarebbe anche auspicabile - sottolinea FISE Unicircular - porre particolare attenzione ai reali vantaggi e ai reali costi, anche ambientali, quando si considerano i prezzi di acquisto dei beni circolari. Quando ciò non avviene: "bisogna intervenire con il contributo ambientale, con la fiscalità, o con un uso opportunamente combinato dei due strumenti, per disincentivare gli impatti negativi sull’ambiente e sulle risorse e per riconoscere i benefici ambientali derivanti dall’uso di prodotti “circolari”.
Per approfondimenti: L’Italia del Riciclo 2020 (PDF)
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