Criticati per aver aderito allo
sciopero di ieri in Lombardia, in un momento difficile per il Paese alle prese con l'emergenza
Covid-19, i sindacati del lavoratori dell’industria chimica, tessile e gomma-plastica
Filctem-Cgil,
Femca-Cisl e
Uiltec Uil hanno voluto precisare la loro posizione in una nota: “Si tratta di un’affermazione inesatta da cui sono seguiti
giudizi inopportuni ed ingenerosi - affermano i segretari generali dei tre sindacati, Falcinelli, Garofalo e Pirani -. Ieri hanno
scioperato gli addetti delle aziende chimiche che operano in
settori collaterali e specifici, come quelli, per esempio, della
gomma-plastica o della
cosmetica. Gli altri non hanno agito in tal senso perché impegnati in attività essenziali come quelle definite dal governo. Se ci sono state delle
eccezioni, hanno riguardato realtà aziendali e territoriali specifiche, in cui i lavoratori protestavano per
palesi violazioni al protocollo approntato sulla prevenzione, sicurezza e salute nei luoghi di lavoro”.
"Noi crediamo a quel
virtuoso sistema di relazioni industriali che trova riscontro nella nostra contrattazione nazionale ed in quella aziendale - continua la nota -. Un sistema partecipativo che abbiamo contribuito a porre in essere e che continueremo responsabilmente a custodire e tutelare”. “In ogni caso abbiamo agevolato la
trattativa tra il sindacato confederale ed il governo per
modificare l’elenco delle attività produttive indispensabili presenti nell’allegato al protocollo sulla sicurezza disposto dalla Presidenza del Consiglio" (
leggi articolo).
La decisione di proclamare lo sciopero era stata duramente criticata sia dal Presidente di Confindustria
Vincenzo Boccia, sia dal vertice di Federchimica. "In un momento così drammatico proclamare
uno sciopero è inaccettabile - aveva affermato ieri
Paolo Lamberti, Presidente di
Federchimica (nella foto) -. Lo è in particolare per il settore chimico, un settore fortemente strategico per affrontare l’emergenza e per il quale sicurezza e salute sono sempre stati valori prioritari”.
La federazione delle industrie chimiche ricorda che, per migliorare le condizioni operative dei lavoratori, le aziende hanno incrementato negli anni l
'investimento in
prevenzione e
formazione che attualmente rappresenta il 2,5% del fatturato, pari a oltre 140 milioni di euro.
"A testimonianza di una grande, prioritaria attenzione alla salute e alla sicurezza dei lavoratori abbiamo inoltre sottoscritto, in questi giorni difficili, proprio con le stesse organizzazioni sindacali,
due Intese nazionali funzionali a realizzare, a livello aziendale, una gestione condivisa delle misure necessarie a garantire la sicurezza”, ha sottolineato Lamberti. "In questa fase molto critica, mettendo ovviamente in atto tutte le possibili misure preventive e quindi in condizioni di massima sicurezza, dobbiamo
garantire le nostre produzioni sia per rispondere alle esigenze dell'
emergenza sia per tutelare il
futuro delle imprese e quindi dei lavoratori”.
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