Nella controversia che dura ormai da qualche anno tra Conai e PolieCo sui prodotti in polietilene assoggettati a contributo ambientale, una recente sentenza del Tribunale di Roma (n. 3222/2020, scaricabile QUI) ha ribadito la natura di imballaggio del film protettivo adesivo, già sancito da due precedenti pronunciamenti.

Come afferma Conai, confermando i principi interpretativi elaborati in alcuni precedenti del Tribunale di Roma, la recente sentenza ha confermato che la qualificazione di un bene come imballaggio deve essere effettuata sulla base di un giudizio tecnico prognostico, fondato sulla natura del bene prodotto. A tal fine, deve essere valutata la sua destinazione intrinseca alla funzione d’imballaggio da verificare ex ante e in astratto, senza che rilevino suoi eventuali diversi  modi di utilizzo o usi secondari accertabili ex post e in concreto.

Il Giudice - aggiunge il Consorzio - ha inoltre confermato che “il legislatore, sia europeo che nazionale, considera espressamente quali imballaggi non solo quei prodotti atti a proteggere merci, consegnati 'dal produttore al consumatore, bensì anche quelli consegnati dal produttore all’utilizzatore”. Un bene può così costituire imballaggio, "con tutto ciò che ne consegue in termini di disciplina applicabile, anche se contiene e protegge un bene che non sarà già quello offerto e venduto sul mercato all’utente finale, cioè al consumatore, bensì quello destinato ad essere nuovamente immesso nella catena produttiva per essere manipolato e trasformato da parte di una seconda impresa utilizzatrice”.

Per approfondimenti: Conai

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