14 novembre 2019 09:00
Durante Ecomondo, a Rimini abbiamo incontrato Roberto Sancinelli, presidente di Montello (nella foto), per farci dare qualche dettaglio in più sull’accordo stipulato con la toscana Revet, che sancisce l’ingresso del gruppo bergamasco con una quota del 30% e la governance dell’attività di riciclo; piano che prevede investimenti, nei prossimi anni, pari a 40 milioni di euro con l’obiettivo di creare "un polo di riciclo della plastica tecnologicamente avanzato e di riferimento per l’Italia centrale”.
Fondata nel 1986, Revet raccoglie, seleziona e avvia al riciclo 5 materiali (plastiche, alluminio, acciaio, vetro, poliaccoppiati come il tetrapak) provenienti dalle raccolte differenziate urbane e da quelle delle attività produttive, servendo circa 200 amministrazioni comunali e oltre l’80% della popolazione toscana. Il gruppo toscano gestisce anche il riciclo delle plastiche miste attraverso impianti per la produzione di granuli e profili destinati principalmente all'arredo urbano.
Sancinelli, perché entrare in Revet?
Abbiamo acquisito il 30% di Revet, società controllata da ALIA e Sienambiente, con un compito definito e concordato tra le parti: quello di gestire le attività nel riciclo delle materie plastiche. Non si tratta quindi di una mera operazione finanziaria: vogliamo creare un polo per il riciclo della plastica in Italia centrale apportando l‘esperienza di Montello e attivando, ove possibile, sinergie tra le due aziende.
Sono stati annunciati anche importanti investimenti. A quali attività saranno destinati?
Per potenziare il polo toscano saranno investiti 40 milioni di euro, destinati in parte a migliorare le attività di selezione dei rifiuti plastici con l’obiettivo di massimizzare il recupero delle plastiche da destinare al riciclo e in parte nel revamping e ampliamento degli impianti di riciclo presenti nel sito di Pontedera. L’investimento complessivo sarà suddiviso in parti uguali tra questi due interventi. In quest’ottica, Revet Recycling (già controllata in parti uguali da Revet e Montello), attiva nella produzione di granuli e profili in plastica riciclata, è stata incorporata in Revet e non opererà più come società indipendente.
Verrà quindi aumentata la capacità di trattamento dei rifiuti plastici?
Abbiamo in programma di installare nuovi impianti di lavaggio, trattamento ed estrusione-compounding di ultima generazione per puntare sulla qualità del materiale rigenerato. Il piano prevede, a regime, il raddoppio dell’attuale capacità produttiva, per portarla a circa 35mila tonnellate annue nell’arco di qualche anno. Vorrei però sottolineare che più che ai volumi, puntiamo ad incrementare la qualità del materiale rigenerato dall’impianto.
E il riciclo di plasmix, cavallo di battaglia di Revet?
Gli investimenti nei processi di selezione serviranno proprio a ridurre la quantità di plastiche residuali, non riciclabili, e ottenere dal plasmix un maggior volume di materiali da rigenerare per applicazioni ad alto valore aggiunto, migliorando così la resa complessiva. Oggi alla Montello dai rifiuti plastici che entrano nell’impianto recuperiamo quasi l’80% di materiale destinato al riciclo meccanico e stiamo valutando nuove opzioni per il restante 20%, oggi ancora destinato a termovalorizzazione. Vogliamo raggiungere la stessa resa anche a Pontedera.
Montello sorge nell’omonimo comune della bergamasca su un’area industriale di circa 450.000 metri quadrati, di cui 120.000 coperti. Con un organico di 650 addetti, la società ricicla ogni anno 227.000 tonnellate di imballaggi in plastica post-consumo e 600.000 tonnellate annue di frazione organica provenienti dalla raccolta differenziata, da cui si ricava biogas utilizzato per produrre sia energia elettrica e termica che biometano per autotrazione e anidride carbonica per utilizzo nell’industria del beverage. Insieme alla controllata Breplast e grazie alla partecipazione in Revet, la potenzialità di riciclo degli imballaggi in plastica post-consumo del gruppo raggiunge le 320.000 tonnellate annue.
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