8 aprile 2019 10:04
La Prima Conferenza nazionale sul futuro sostenibile delle plastiche organizzata venerdì scorso da Federazione Gomma Plastica e Unionplast ha raggiunto l’obiettivo di mostrare il comparto delle materie plastiche non come un monolitico blocco interessato solo ai propri affari - come qualcuno cerca di disegnarla -, ma come un’industria moderna, che vive nella società e si apre al confronto anche sul delicato tema dell’impatto ambientale. Il messaggio è che se la plastica è un problema, la soluzione non può che venire dalla sua stessa industria, lavorando sul design dei prodotti, sulla riduzione dei materiali e dei consumi energetici e sulla riciclabilità dei manufatti a fine vita.
PERCORSO CONDIVISO. Un percorso che però le aziende non possono percorrere da sole: è necessario il supporto delle autorità nazionali e comunitarie, attraverso un quadro normativo coerente e non solo punitivo - fondato su basi scientifiche e non sull’emotività -, investimenti in impianti per la gestione dei rifiuti e incentivi per favorire l’utilizzo di materiale riciclato; ma serve anche una maggiore educazione dei cittadini e sistemi di raccolta efficienti, perché i rifiuti in mare - è stato più volte sottolineato - non ci finiscono da soli.
L’industria è comunque pronta a fare il suo dovere e in parte lo sta già facendo. L’anno scorso sono state trasformate in Italia circa 6,8 milioni di tonnellate di resine termoplastiche, il 15% delle quali riciclate, pari a un milione di tonnellate. Si può fare di più, ma bisogna migliorare la qualità del materiale rigenerato e incentivarne la domanda. Ecco perché il Presidente di Unionplast, Luca Iazzolino, facendosi portavoce del Tavolo Permanente per il Riciclo di Qualità, ha ribadito la richiesta di un credito d’imposta per le imprese che utilizzano almeno il 30% di plastica riciclata nei propri prodotti, con premialità crescente in base al livello di difficoltà.
NO AI DIVIETI INDISCRIMINATI. La strada che Federazione Gomma Plastica chiede di seguire non è l'utilizzo indiscriminato dei divieti - spesso introdotti senza una base scientifica a supporto delle decisioni -, ma coniugare crescita economica, innovazione e sostenibilità ambientale e sociale, favorendo l’impiego di plastica riciclata di qualità, formando gli addetti del settore sulla progettazione sostenibile dei prodotti e accompagnando le imprese all'industrializzazione sostenibile.
"Il futuro deve vedere un potenziamento dell’eco-progettazione, del riciclo, specie quello di qualità, della ricerca sui materiali non di origine fossile, insieme a una educazione dei cittadini a non abbandonare i rifiuti nell’ambiente - ha dichiarato in apertura dei lavori Iazzolino -. Dobbiamo essere consapevoli che in un momento storico come questo, in cui sale la disoccupazione, c’è un calo della produzione e delle vendite e la crescita ha segno negativo prefigurando uno scenario di possibile recessione, un provvedimento come quello del bando dei prodotti in plastica monouso e una guerra indiscriminata alle plastiche senza alcun riguardo al ruolo di questi materiali nella società, possono avere effetti ancora più deleteri sull’economia”.
"Penalizzare violentemente questo comparto industriale, che rappresenta il 22% dell’industria europea del settore, non produrrà effetti positivi sull’ambiente, visto che il problema del marine litter proviene soprattutto dall’Asia - ha aggiunto il Presidente di Unionplast - Meglio sarebbe lavorare a fianco delle nostre 5.000 aziende per aiutarle nella transizione sostenibile, salvaguardando le eccellenze tecnologiche e imprenditoriali che rappresentano e le 110.000 persone che vi lavorano, spesso in territori a basso tasso occupazionale”.
STUDIO SUL RICICLO. IPPR – Istituto per la Promozione delle Plastiche da Riciclo ha presentato i risultati di un’indagine sugli ostacoli da superare per migliorare l’economia circolare, tra cui spiccano la scarsa informazione dei consumatori sulla qualità dei materiali riciclati, una visione distorta circa gli impatti ambientali delle materie plastiche, il rafforzamento del GPP (gli acquisti verdi della PA) e le politiche di approvvigionamento della GDO. Sul fronte economico, rappresentano una barriera l’incomprimibilità dei costi fissi per i riciclati, la disparità di costi di acquisto di rifiuti selezionati, la scarsa disponibilità di materiale riciclato di qualità con costi artificiosamente alti rispetto al materiale vergine.
Le direttive sull’economia circolare non sono giudicate dagli intervistati aderenti all’effettiva situazione di mercato e tecnologica e la normativa per le plastiche monouso è ritenuta un’azione che difficilmente contribuirà a risolvere le criticità dell’inquinamento ma che al contrario potrebbe portare ad una demonizzazione di alcuni settori merceologici.
Accordo unanime si registra su misure di agevolazione fiscale come il credito d’imposta per promuovere l’impiego di plastiche riciclate, la riduzione/esenzione dei contributi ambientali, riduzioni dell’Iva sul prodotto finale o strumenti di finanza agevolata per la ricerca sulle frazioni plastiche ad oggi ancora non riciclate.
PLASTICS4PEOPLE, PLASTICS4PLANET. Durante l convegno è stato anche lanciato il laboratorio nazionale Plastics4People, Plastics4Planet, una piattaforma permanente che si propone di agevolare la transizione delle aziende verso un nuovo modello di sostenibilità più moderno e circolare, secondo tre assi: progettazione sostenibile, formazione dei dipendenti e supporto all’industrializzazione sostenibile.
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