19 febbraio 2019 09:00
La domanda di materie plastiche vergini in Italia nel 2018 si è attestata a 5,75 milioni di tonnellate, circa 60mila in meno rispetto all’anno precedente (-1%), sintesi di una crescita da trascinamento nei primi sei mesi, cui è seguito un deciso rallentamento a partire dall’estate, in linea con l’andamento macroeconomioco e industriale del paese.
E' quanto emerge dall’ultima edizione dello studio multiclient Plastic trend Synthesis, elaborato dalla società di consulenza milanese Plastic Consult sulla base degli andamenti dell’offerta e della domanda dei principali polimeri termoplastici vergini.
"I mercati internazionali, in particolare quelli europei dove vengono indirizzati i maggiori volumi di esportazioni italiane, hanno manifestato segnali di debolezza già a partire da luglio e hanno poi subito una decisa frenata, ripercuotendosi pesantemente sugli ordinativi e i volumi trasformati nel terzo e nel quarto trimestre”, sottolinea Paolo Arcelli (foto a sinistra), responsabile della divisione Business Insight di Plastic Consult.
PERSE 60.000 TONNELLATE. Quasi tutti i polimeri vergini, ad eccezione del PET, hanno chiuso l’anno col segno meno, pur con significative differenze in funzione dei mercati di destinazione. “La contrazione dei consumi ha coinvolto l’anno scorso anche il polipropilene, un polimero che, grazie alla versatilità applicativa, aveva tenuto anche nei periodi di crisi", nota Arcelli. Qui si sono perse circa 30mila tonnellate, soprattutto per la flessione della domanda nei settori del film, fibra e foglia per termoformatura, "anche per la più accesa concorrenza di materiali alternativi, in primis il cartoncino, e in minima parte per la contrazione dei componenti auto". Settore - quest’ultimo - che registrerà presumibilmente un calo più sostenuto quest’anno, viste le difficoltà del comparto a livello nazionale ed europeo.
Altre 20mila tonnellate si sono dissolte nel comparto del PVC, secondo Arcelli: "nella foglia calandrata a seguito di ristrutturazioni aziendali che hanno ridotto le capacità di trasformazione, e in edilizia e infrastrutture, viste le difficoltà del settore e nonostante molte previsioni macroeconomiche indicassero ancora una volta il 2018 come l'anno del rilancio del settore".
Il polistirene compatto ha visto ridursi il volume trasformato di oltre il -4%, pari a circa di 15mila tonnellate, soprattutto nei segmenti delle stoviglie monouso e vaschette alimentari ed altre 10mila tonnellate si sono perse nel polietilene, nel film in particolare, che rappresenta il grosso del mercato.
In flessione, seppur contenuta, anche la domanda di tecnopolimeri, (ABS, poliammidi, policarbonato, acetaliche ecc.), in buona parte dovuta alla frenata del settore automotive, il cui andamento sta creando non poche preoccupazioni agli operatori di settore nel 2019, per quanto riguarda sia la domanda interna di componentistica, sia per l’export verso le case estere.
BENE PET E RICICLO. In controtendenza - e 'best performer' anche nel 2018 - il PET, che grazie a un andamento favorevole dei consumi di contenitori soffiati (acque minerali, bevande e detergenza), unito all’andamento favorevole della foglia estrusa per termoformatura, ha registrato un incremento del +3% rispetto al 2017. “Nel caso della foglia - commenta Arcelli - si rileva un effetto positivo nella sostituzione di altri materiali, ma i consumi hanno beneficiato anche dei recenti investimenti in nuove capacità produttive”.
Sebbene lo studio Plastic trend Synthesis rilevi soltanto la domanda di plastiche vergini, va segnalato un aspetto positivo, ovvero la crescita dei volumi trasformati di materie prime rigenerate, nel 2017 valutate intorno a un milione di tonnellate. “Procederemo in questa apertura d'anno alla raccolta dei dati 2018 - nota Arcelli - ma la sensazione è che, considerando anche il riciclato, la trasformazione di plastiche in Italia possa aver chiuso l'anno col segno più rispetto al 2017”.
La ripartizione del mercato in base ai settori applicativi non riserva sorprese, se non un leggero ridimensionamento della quota destinata all’imballaggio, che pur restando il primo settore di sbocco scende sotto il 49%. Stabile il comparto dell’edilizia e costruzioni con il 10,5% circa, e a seguire le altre principali applicazioni.
OUTLOOK NON FAVOREVOLE. L’anno in corso è iniziato all’insegna di un deciso rallentamento della produzione industriale, soprattutto nell’auto, mentre l'edilizia continua ad essere caratterizzata da una persistente stagnazione, tutti segnali poco favorevoli per il consumo di materie plastiche. Inoltre, rileva Plastic Consult, nessun effetto di traino - che in passato ha compensato le difficoltà sul mercato interno - è atteso dai mercati internazionali, visto il rallentamento dell’economia europea e di quella mondiale.
Le stime di breve termine indicano quindi una stazionarietà complessiva del comparto gomma-plastica. “I primi tre mesi del 2019 si prospettano migliori dell’ultimo trimestre del 2018, il peggiore dell’anno - conclude Arcelli -, ma il raffronto con il primo trimestre 2018 resta negativo, il che lascia presagire un calo dei consumi quanto meno nella prima parte del corrente anno”.
Lo studio Plastic trend Synthesis, acquistabile da Plastic Consult nella sua versione integrale o per sezioni, fotografa ogni anno il mercato italiano delle materie plastiche, analizzando gli andamenti dell’offerta e della domanda di tutti i principali polimeri termoplastici vergini: polietilene (LDPE, LLDPE, HDPE), polipropilene, PVC, stireniche (PS, EPS, ABS), PET ed EVA, con indicazione sulla produzione, interscambi commerciali e consumi suddivisi per applicazione. Lo studio riporta i dati dell’anno appena concluso, quelli degli ultimi tre anni e le previsioni per i due successivi.
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