27 novembre 2018 11:52
Maire Tecnimont ha presentato oggi a Milano una nuova società del gruppo,
NextChem, nella quale sono state concentrate tutte le attività legate alle tecnologie impiantistiche per la
chimica verde e la
transizione energetica, con l’obiettivo di raggiungere nei prossimi cinque anni un Ebitda di
50 milioni di euro. A questo scopo, il gruppo ingegneristico milanese presieduto da
Fabrizio Di Amato ha investito in 70 progetti di innovazione quasi 50 milioni di euro negli ultimi cinque anni, anche attraverso investimenti mirati in start-up e partnership.
"In questo campo ci sono
eccellenze, ma
manca un
ecosistema che le unisca - ha esordito Di Amato (foto a sinistra) -. Green Acceleration significa prima di tutto avere consapevolezza di quello che manca e costruirlo. Significa contribuire a far crescere un'
indentità nuova in tutti gli attori della filiera, ciascuno ridefinendo il proprio ruolo: grandi aziende, università, start-up e la finanza; bisogna far parlare questi mondi". "Con
NextChem - ha aggiunto - vogliamo attivarci come agenti trainanti di questo ecosistema"
Le
attività in cantiere - a diversi stadi di sviluppo - spaziano dalla riduzione e trattamento delle emissioni di CO2 alla produzione di materie plastiche biobased, dalla gassificazione dei rifiuti per produrre feedstock, fino al riciclo meccanico e chimico dei rifiuti plastici, con alcuni progetti già attivi, come Myreplast.
A illustrare più in dettaglio il progetto è stato
Pierroberto Folgiero, AD di Maire Tecnimont, che ha ricordato i
cinque grandi trend della transizione energetica a livello globale: nuove plastiche da riciclo o da risorse rinnovabili; innovativi feedstock per building block e combustibili, tra cui bioetanolo, bioetilene e intermedi da zuccheri e cellulosa; gas per il trasporto; energie rinnovabili e loro stoccaggio; tecnologie per la riduzione, il trattamento e il recupero della CO2. Un mercato potenziale che a livello globale potrebbe passare dagli attuali 40 miliardi a 120 miliardi di euro entro il 2025, con un tasso di crescita medio anno superiore al 15%.
"L’Italia non ha materie prime,
l'innovazione è il nostro petrolio - ha dichiarato Folgiero -. Puntiamo a sviluppare tecnologie a bassa intensità di capitale, anche puntando sullo scouting e le partnership strategiche".
Il
portafoglio di NextChem è strutturato in
tre grandi aree. La prima, definita
Greening the Brown, punta a mitigare le ricadute ambientali delle tecnologie utilizzate per la trasformazione del petrolio e del gas. Il primo obiettivo è massimizzare le tecnologie per contenere l’impatto dei processi per la produzione di carburanti e prodotti chimici derivati, attraverso, ad esempio, progetti di desulfurizzazione e processi di trasformazione che non prevedano emissioni di CO2.
La seconda area è
Circular Economy, attraverso il riciclo meccanico delle materie plastiche e, in prospettiva, anche quello chimico per riottenere i monomeri di partenza.
Le tecnologie in fase di sviluppo o industrializzazione si concentrano sulla produzione di idrogeno, chemicals e carburanti da rifiuti secchi, mediante
gassificazione, come pure sul riciclo meccanico, con tecnologie avanzate; primo sviluppo concreto è un impianto per la produzione di polimeri rigenerati in Lombardia (Myreplast). Per quanto concerne il riciclo chimico, il gruppo è impegnato da un lato nel progetto
Demeto per la
depolimerizzazione di
PET e, all’altro, nella rigenerazione di rifiuti plastici per ottenere
olefine, attraverso un processo innovativo (OCM Chem Recycling)
L’area
Green punta invece ad individuare additivi o sostituti del petrolio per la produzione di carburanti e plastiche da fonti rinnovabili, e industrializzare la produzione di
bioplastiche. Il gruppo ha già sviluppato una serie di iniziative per produrre biocarburanti e bioplastiche da fonti rinnovabili, come ad esempio scarti agricoli. Un mercato che il gruppo stima in
forte crescita, con un incremento previsto della produzione del 50% in soli 5 anni, dai 4 milioni di tonnellate prodotte nel 2016 alle 6 milioni di tonnellate attese entro il 2021.
Grazie al suo know-how nella costruzione di
impianti, Maire Tecnimont possiede già le capacità per imporre una forte accelerazione al processo di industrializzazione delle bioplastiche, passando da innovazioni di laboratorio, a impianti pilota, fino ad arrivare alla scala industriale.
Un esempio è l'accordo siglato lo scorso giugno con
Bio-on per lo sviluppo e la commercializzazione - attraverso la società U-Coat - di soluzioni a base di bioplastiche PHA per il
rilascio controllato nel terreno di
fertilizzanti, in particolar modo quelli a base di urea (
leggi articolo).
Nel corso della presentazione del progetto, è stato anche firmato un
accordo tra il gruppo milanese ed
Enea, l’Agenzia Nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (foto a destra). L’obiettivo è realizzare insieme progetti nel campo della chimica verde e dell’economia circolare, con particolare riferimento al
riciclo delle plastiche, sviluppando processi produttivi sempre più innovativi, efficienti e a basso impatto ambientale. Inoltre, i due partner lavoreranno a stretto contatto per promuovere la
cultura tecnico-scientifica e
imprenditoriale, attraverso la creazione di network internazionali e l’organizzazione di eventi istituzionali.
Per supportare la sua Green Acceleration, Maire Tecnimont ha dato vita a un
Advisory Board, composto da Carlos Cabrera, Presidente Esecutivo Genomatica; Gaetano Miccichè, Presidente Banca IMI; Andrea Prencipe, Rettore LUISS; Ferruccio Resta, Rettore Politecnico di Milano; Elena Zambon, Presidente Zambon Spa.
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