20 luglio 2016 11:23
La Commissione europea ha inflitto una multa record, poco inferiore a tre miliardi di euro, a cinque costruttori europei di veicoli industriali, accusati di aver costituito un cartello sui prezzi. Una sesta casa, Man Trucks (gruppo Volkswagen), ha evitato la multa collaborando attivamente alle indagini e denunciando per prima il cartello.
LE MULTE. Il gruppo tedesco Daimler, che produce in Europa i camion Mercedes-Benz, dovrà pagare una multa di un miliardo di euro, pur beneficiando di uno sconto del 30% per aver collaborato con gli inquirenti. A Daf Trucks è stata comminata una sanzione di 752.679.000 (con riduzione del 10%), mentre Volvo Trucks e Renault Trucks, considerati insieme, dovranno versare alla Commissione 670.448.000 euro (riduzione del 50%) e Iveco 494.606.000 euro (con sconto del 20%).
Non pagherà niente il Gruppo Volkswagen, che opera nei veicoli pesanti con due marchi, entrambi acquisiti dopo gli eventi al centro delle indagini: Scania, ancora sotto indagine, e Man Trucks, graziata per aver denunciato per prima il cartello; altrimenti avrebbe subito la sanzione più pesante, pari a 1,2 miliardi di euro.
CARTELLO FINO AL 2001. La decisione della Commissione europea riguarda le attività commerciali intraprese dal 1997 al 2001 nella vendita dei veicoli della gamma media e pesante. Secondo la Commissione, le Case avrebbero attuato accordi per coordinare i prezzi a livello di fabbrica nei Paesi dell'Area Economica Europea. Questi prezzi sono la base per i listini elaborati sul mercato, che possono variare a livello locale.
ACCORDI PER TRASFERIRE I COSTI AI CLIENTI. La seconda accusa, che giustifica l’entità della sanzione - la più alta mai comminata da Bruxelles per attività di cartello - riguarda i tempi e le modalità d’introduzione delle tecnologie per rispettare le norme anti-inquinamento, dall’Euro 3 in poi. In particolare, i costruttori avrebbero concordato tempi e modalità per trasferire ai clienti i costi dello sviluppo di tali tecnologie, evitando così di farsi concorrenza.
Gli accordi sarebbero stati definiti, dal 1997 al 2004, nel corso di incontri a massimo livello dirigenziale, spesso durante Saloni o altri eventi dove partecipavano i vari marchi, integrati con conversazioni telefoniche. Dal 2004 in avanti, il cartello è stato gestito dalle filiali tedesche dei costruttori, con scambio di documentazione elettronica. Durante i quattordici anni - spiega la commissione - le discussioni tra i vertici delle società hanno riguardato gli aumenti dei prezzi di fabbrica, i tempi per l’introduzione delle nuove tecnologie anti-inquinamento e le modalità per trasferire i loro costi ai clienti.
"Oggi abbiamo dato un segnale importante imponendo una multa record per una violazione molto seria. Sulle strade europee viaggiano trenta milioni di veicoli industriali, che trasportano circa tre quarti delle merci e svolgo un ruolo vitale nell’economia comunitaria - è il commento della Commissaria alla Concorrenza dell’Unione Europea, Margrethe Vestager -. Non è accettabile che Man, Volvo-Renault, Daimler, Iveco e Daf, che insieme producono nove veicoli su dieci in circolazione in Europa, abbiamo fatto parte di un cartello invece di competere tra loro. Questo è un chiaro messaggio alle società che non sono ammessi cartelli".
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