18 marzo 2016 07:50

L’industria italiana delle macchine e impianti di trasformazione è uno dei pochi comparti in Italia che può dirsi fuori dalla crisi, con i fondamentali che stanno riallineandosi sui valori ante 2008. Segnando addirittura un nuovo record storico nelle esportazioni, che in questi anni difficili hanno sostenuto le vendite, crollate invece sul mercato interno.

DATI POSITIVI. Secondo i consuntivi diffusi dall’associazione di categoria, Assocomaplast, l’export di macchine, impianti e stampi ha raggiunto l’anno scorso 2,9 miliardi di euro (+8,4% sul 2014), superando così il precedente record di 2,75 milioni, raggiunto nel 2007, ultimo anno prima della grande crisi. Con benefici anche sul saldo commerciale del comparto, cresciuto del 2,3% a 2,15 miliardi (+5,1%), nonostante la forte ripresa delle importazioni, aumentate del 18% a 750 milioni di euro, anche questo un record assoluto per il nostro paese.
Finalmente riparte il mercato domestico, tornato a veleggiare intorno a due miliardi di euro (+2,3%), anche se ancora sotto il valore di 2,3 miliardi toccato nel 2008. Nel complesso, quindi, la produzione nazionale chiude l’anno a 4,15 miliardi di euro, in crescita del 3,8% rispetto all’anno precedente, poco sotto i valori del 2007 (4,2 miliardi).

Mercato interno di macchine, attrezzature e stampi per materie plastiche e gomma (milioni di euro)

COSTRUTTORI SODDISFATTI. “Il dato di maggiore soddisfazione per le aziende italiane è quello relativo alle esportazioni, che ancora una volta si confermano motore propulsivo per il settore - commenta Alessandro Grassi, presidente di Assocomaplast (nella foto) -. Infatti, una decisa accelerazione registrata negli ultimissimi mesi dell’anno ha dato ulteriore slancio alle vendite all’estero che, oltrepassando la soglia dei 2,9 miliardi di euro, hanno stabilito un nuovo record storico, ampiamente superiore al precedente di 2,75 miliardi realizzato nel 2007”.

Le rilevazioni tra le 160 imprese associate ad Assocomaplast hanno evidenziato come per loro il fatturato sia aumentato l’anno scorso in misura maggiore rispetto alla media del comparto.
L’indagine congiunturale condotta dall’associazione su un campione significativo di aziende trasformatrici italiane evidenzia inoltre un miglioramento rispetto allo scorso febbraio e anche le previsioni a 3-4 mesi mostrano una decisa tendenza al rialzo relativamente all’acquisizione di ordini e alla produzione.

DOVE SI ESPORTA DI PIÙ. La macro area che l’anno scorso ha dato migliori soddisfazioni ai costruttori italiani è quella del NAFTA, soprattutto Stati Uniti, dove l’export è cresciuto l’anno scorso del 50%, toccando i 260 milioni di euro, mentre Canada e Messico si sono “fermati” intorno al +20%.
Ma sono andate bene anche le vendite nell’Unione europea che chiudono l’anno in crescita dell’11%, mentre fuori dalla UE la flessione sul mercato russo ha inciso sull’export dell’area. Si vendono più macchine e impianti in Germania (+14%), che si conferma il nostro primo partner commerciale, e in Polonia (+5%), che sale al terzo posto nella classifica dei paesi di destinazione.

PEGGIO IN CINA E BRASILE. Non tutti i mercati chiudono l’anno in positivo. In Brasile, dove l’industria trasformatrice sconta la crisi economica che sta attraversando il paese, le forniture italiane di macchine per materie plastiche e gomma sono scese del 12%, mentre in Cina le importazioni di macchine per materie plastiche e gomma sono calate del 27%, sia a causa del rallentamento generale dell’economia locale sia in funzione di un’aumentata produzione interna.

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