16 febbraio 2016 08:11

Indicazioni su una ripresa dei consumi italiani di materie plastiche erano già arrivate dai dati Federchimica sui primi nove mesi dello scorso anno. Ora trovano conferma nell’edizione 2015 dello studio multiclient Plastic trend Synthesis, elaborato ogni anno dalla società di consulenza milanese Plastic Consult. Il report riporta in forma sintetica e aggregata i risultati dell’attività di contatto permanente con il settore delle materie plastiche, analizzando gli andamenti dell’offerta e della domanda di tutti i principali polimeri termoplastici.

I CONSUMI TORNANO A CRESCERE. La domanda di termoplastiche in Italia l’anno scorso è tornata finalmente a crescere e con un incremento superiore alle attese, anche grazie ad una forte accelerazione nell’ultimo trimestre dell’anno. I consumi di polimeri vergini hanno infatti superato, per la prima volta dal 2012, i 5,5 milioni di tonnellate, con un incremento di oltre tre punti percentuali sul 2014 (5,3 milioni), che a sua volta aveva mostrato una stabilizzazione sull’anno precedente (-1%).

BENE POLIOLEFINE E TECNOPOLIMERI. Passando ai consumi per tipologia di materiale, la maggior parte dei polimeri mostra una crescita più che soddisfacente rispetto al 2014, con le poliolefine che mettono a segno incrementi superiori alla media, addirittura +4% per il polipropilene.
Chiudono in sostanziale parità PVC, EPS e PS compatto - quest’ultimo mettendo fine a un ciclo negativo iniziato nel 2007 -, mentre i tecnopolimeri mostrano un incremento di oltre il +8% in media, grazie al traino della produzione nazionale di autoveicoli, che l’anno scorso ha superato la soglia del milione di unità.

L’AUTO SPINGE I CONSUMI. Proprio grazie all’exploit dell’automotive (+30%), la ripartizione dei consumi di plastiche per applicazione ha subito alcuni aggiustamenti. Cresce di un punto percentuale il settore trasporti mentre l’imballaggio scende sotto la soglia storica del 50% e l’edilizia si attesta al 10%, mentre restano invariate le quote di mobile e arredamento, elettrodomestici e agricoltura.

ASPETTATIVE POSITIVE, MA… “Le prospettive a breve sono favorevoli, nonostante l’economia italiana sconti ancora una certa debolezza - nota Paolo Arcelli, responsabile della divisione Business Insight di Plastic Consult -. Gli investimenti in edilizia e infrastrutture torneranno in positivo solo nel 2016, ma le ricadute sul comparto saranno piuttosto lente. La produzione industriale, ma soprattutto i consumi finali, appaiono in buona ripresa e la domanda interna è il fattore chiave per il consolidamento della crescita”.
Ottimismo che va preso con cautela: “C’è una componente di incertezza che riguarda prezzi e disponibilità di materie prime - aggiunge Arcelli - mentre la domanda finale mostra una sostanziale tenuta con ulteriori prospettive di crescita nel corso dell’anno. Nei primi mesi i consumi si sono assestati, ma il confronto è con un primo trimestre 2015 in crescendo”.

TIMORI SU DISPONIBILITÀ E PREZZI. Il rischio - paventano alcuni distributori e trasformatori sentiti dalla nostra redazione - è che il ritorno dei prezzi su bassi livelli possa provocare uno shortage di materie prime, anche per il fermo programmato di alcuni impianti europei, in concomitanza con una riduzione delle scorte nei magazzini dei trasformatori, che si attendono ulteriori ribassi delle quotazioni. Ciò potrebbe portare al paradosso di un’offerta di materie plastiche che non riesce a coprire la domanda, come già accaduto nel recente passato.

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