18 gennaio 2016 07:50

Da tempo sono in commercio bottiglie soffiate con PET ottenuto parzialmente da risorse rinnovabili, nella fattispecie la parte di glicole monoetilenico utilizzata nella sintesi del polimero, ricavato da bioetanolo. Ciò che ancora manca per chiudere il cerchio è produrre il secondo costituente, il paraxilene, da biomasse, attività nella quale sono impegnate su scala dimostrativa o pilota alcune aziende biotech.

CATALISI TERMICA. Tra queste ci sono Anellotech e Suntory,  in procinto di avviare un impianto pilota basato sulla tecnologia di catalisi termica Bio-TCat, in grado di convertire biomasse in prodotti aromatici, tra cui proprio il paraxilene necessario alla produzione di PET.
La piattaforma sviluppata da Anellotech sarebbe in grado di produrre aromatici da biomasse non edibili (come legno, stocchi di mais e bagassa) ad un costo competitivo, utilizzando un catalizzatore solido all’interno di un unico reattore a letto fluido, nel quale si ottengono direttamente benzene, toluene e xilene (BTX) senza passare per oli bio altamente ossigenati.
Dallo xilene si ricava il paraxilene purificato e da quest’ultimo l’acido tereftalico purificato che insieme al glicole monoetilenico (MEG), in un rapporto 70-30, consente di polimerizzare il PET.

IMPIANTO PILOTA. I lavori di costruzione dell’unità pilota TCat-8 partiranno questo mese e l’impianto, alto 25 metri, dovrebbe entrare in funzione entro l’anno, con l’obiettivo di dimostrare la validità e fornire i dati di progetto necessari per mettere a punto unità per la produzione su scala commerciale del bio-paraxilene.
Nel progetto, Anellotech ha come partner l’istituto di ricerca francese IFPEN e Johnson Matthey, che ha collaborato allo sviluppo dei nuovi catalizzatori. Interessata ai possibili sviluppi commerciali è Suntory, importante gruppo delle bevande alcoliche e non, con i marchi Orangina, Schweppes, Ribena, Lucozade, come pure Courvoisier e Château Lagrange.