Studio AMI Consulting stima in 3,5 milioni le tonnellate movimentate dai distributori. Tempo di sfide, ma buone opportunità di crescita.
9 giugno 2015 05:40
I distributori europei di materie plastiche hanno movimentato l’anno scorso circa 3,4 milioni di tonnellate di polimeri, poco più del 12% del consumo totale nel vecchio continente. Dopo aver toccato il punto di minimo nel 2009, il settore ha ripreso lentamente a crescere, per poi scivolare nuovamente nel 2012, a causa della crisi economica nell’Eurozona. Nei due anni successivi, la distribuzione è tornata risalire, ad un tasso del 3% annuo, e alla fine del 2014 ha superato per la prima volta negli ultimi sette anni i volumi di vendita del 2007.
I dati sono contenuti nell’ultima edizione del report Polymer Distribution in Europe, recentemente pubblicato da AMI Consulting, che stima anche il peso dei diversi paesi: in testa la Germania con il 20% del totale (3,4 milioni di ton), seguita a breve distanza dall'Italia con il 19%. Seguono a distanza Regno Unito e Spagna con il 9% e la Francia con l'8%.
Il mercato della distribuzione è fortemente condizionato dalla razionalizzazione della base clienti avviata dai produttori di polimeri, che hanno alzato la soglia che discrimina la vendita diretta dalla distribuzione attraverso canali esterni. I distributori, dal canto loro, si sono aggiudicati mandati di rappresentanza da fornitori non europei, a danno dei grandi traders, che hanno risposto stabilendo rapporti diretti con i produttori di materie plastiche.
Dal lato della domanda, i trasformatori tendono sempre più ad affidarsi ai distributori per gli approvvigionamenti, riducendo le proprie scorte. Il destocking è stato spinto, nel recente passato, anche dalla caduta dei prezzi del petrolio e dall’indebolimento della domanda, che ha reso più oneroso il magazzino. Con riflessi negativi una volta cambiate le condizioni di mercato, poiché l’indebolimento dell’euro ha provocato una riduzione delle importazioni di plastiche in Europa, mentre i produttori locali preferiscono vendere fuori UE in dollari; ciò ha causato - insieme alle sempre più frequenti chiamate di forza maggiore - una carenza di materie prime sulla piazza europea.
Proprio in uno scenario di crescente complessità e “mercato corto” - notano i ricercatori AMI - emergono le qualità di un distributore in termini di flessibilità, rapidità ed abilità a reperire il materiale necessario ai propri clienti in difficoltà. Qualità che possono decretarne il successo.
La distribuzione è anche in fermento per le operazioni di acquisizione e consolidamento che dovrebbero durare ancora per i prossimi 5 anni, in quanto gli operatori cercano di espandersi in nuove aree geografiche, mercati e mandati di rappresentanza; una sfida complessa in un mercato maturo come quello europeo.
Non pochi player consolidati hanno perso in questi anni quote di mercato a favore di nuovi operatori, più giovani e dinamici, che si stanno facendo strada soprattutto nel segmento dei tecnopolimeri.
Nei prossimi cinque anni - segnala lo studio AMI - il mercato della distribuzione in Europa dovrebbe crescere ad un tasso doppio rispetto a quello della domanda di polimeri, spinto da una ripresa di fiducia dei trasformatori, che potrebbero rispolverare progetti di investimento temporaneamente rimandati a causa della crisi. Nei mercati più dinamici del Centro ed Est Europa, inoltre, i produttori di polimeri sembrano orientati sempre più ai canali della distribuzione. Infine, i distributori si stanno trasformando per cogliere le opportunità del mercato dei tecnopolimeri e rivolgersi a mercati di nicchia, ma molto remunerativi, come il farmaceutico, la cura delle persona e l’automotive.
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