Licenziamento in vista per i 300 addetti non assorbiti dagli acquirenti degli assets del gruppo.
3 giugno 2015 13:22
L’incontro al Ministero del Lavoro tra il commissario di Pansac International, Marco Cappelletto e i sindacati per esaminare la procedura di messa in mobilità dei lavoratori non ha avuto esito positivo. È stata infatti respinta - in qaunto incompatibile con la legge Fornero - la proposta dei sindacati di estendere il periodo di cassa integrazione a zero ore ed evitare così la messa in mobilità, a partire dal prossimo 13 giugno, di circa 300 lavoratori non assorbiti dai nuovi acquirenti degli impianti ceduti nell’ambito della liquidazione del gruppo.
I licenziamenti colpiranno in gran parte la provincia di Venezia: sono infatti 200 i lavoratori dello stabilimento di Mira, 15 dello stabilimento di Portogruaro e 25 di quello di Marghera.
“È sicuramente il triste epilogo di una vicenda che ha avuto dell’inverosimile - commenta amara Filctem CGIL -: il depauperamento di un gruppo industriale di eccellenza ha visto protagonisti un proprietario che è addirittura finito in galera per bancarotta fraudolenta, amministratori delegati incapaci e improbabili agevolati dall’attendismo del Ministero dello Sviluppo Economico. Successivamente è arrivato, purtroppo in ritardo, il commissariamento del gruppo che però, pur con buona capacità, è riuscito solo parzialmente a salvare alcuni stabilimenti e parte dei posti di lavoro”.
Pansac International, uno dei principali produttori italiani di imballaggi flessibili in plastica, era entrato in amministrazione straordinaria dopo il crack avvenuto nel 2010. Parte degli impianti e dei lavoratori si sono salvati dal fallimento e sono tornati in produzione: è il caso di Polimira, nata dall’acquisizione dello stabilimento di Gambarare di Mira, in provincia di Venezia, da parte della lodigiana Poligof, o di quello di Zingonia, passato a Blu Plast. Anche gli impianti di Ravenna e Marghera hanno trovato una nuova proprietà e sono rientrati in produzione, non riuscendo però ad assorbire la totalità degli addetti.
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