Presentato a Roma uno studio sul mercato italiano delle bioplastiche compostabili con un focus sugli shopper.
5 luglio 2013 07:00
Assobioplastiche ha presentato ieri a Roma i risultati di uno studio condotto da Plastic Consult sul mercato italiano delle bioplastiche compostabili.
Al convegno è intervenuto anche il ministro dell'Ambiente Andrea Orlando, che dopo aver illustrato la storia del provvedimento ha confermato l'impegno del Governo a difendere in sede comunitaria il divieto alla commercializzazione dei sacchetti per la spesa non biodegradabili. Il Ministero dell'Ambiente e quello quello Sviluppo economico stanno mettendo a punto la risposta da inviare alla Commissione in merito alle osservazioni avanzate dal governo inglese.
Lo studio elaborato da Plastic Consult ha coinvolto un centinaio di aziende di produzione, trasformazione e seconda lavorazione. Le imprese che operano in Italia nel segmento dei polimeri biodegradabili e compostabili secondo la norma UNI EN 13432 censite sono nel complesso 145, tra produttori e distributori (16), aziende di prima trasformazione (77) e operatori che eseguono ulteriori lavorazioni (50).
Il giro d'affari viene stimato in 370 milioni di euro per un volume di polimeri trasformati di poco inferiore alle 40.000 tonnellate annue. Gli occupati sono circa 1.300.
Andando un po' di dettaglio, i 16 produttori di materie prime e distributori censiti dal rapporto occupano 230 addetti e realizzano un giro d'affari di 139,6 milioni di euro; la prima trasformazione, con 77 operatori e 850 addetti, fattura invece 187 milioni. L'ultimo anello della catena, le seconde lavorazioni danno invece lavoro a 200 addetti e generano un valore intorno ai 40 milioni.
Dove sono finite le 39.250 di bioplastiche trasformate l'anno scorso in Italia? Essenzialmente negli shopper (68%) che insieme ai sacchi per l'umido (16,8%) rappresentando il vero mercato per questa famiglia di polimeri. A seguire altri film (5,4%), articoli monouso (4%) e articoli stampati a iniezione (4,7%). Rispetto al 2011, si evidenzia una forte crescita del monouso (+55% anno su anno), anche grazie al traino delle Olimpiadi di Londra, e un incremento della raccolta dell'umido (+10%) grazie alla diffusione della differenziata.
In flessione, pur restando il primo mercato di destinazione, gli shopper biodegradabili, passati dal 77% al 68,8%. I sacchetti, spiegano gli analisti di Plastic Consult, sono stati penalizzati sia dall’incompletezza della normativa che relegato l'impiego quasi esclusivamente nell’ambito GDO (circa l’85%), sia dalla progressiva diffusione delle borse riutilizzabili, effetto previsto e auspicato dal regolatore.
Il futuro delle plastiche biodegradabili sembra quindi strettamente legato alla piena entrata in vigore, con relative sanzioni, del divieto alla vendita dei sacchetti non biodegradabili e compostabili; per questo ulteriore passo si attende il via libera dalla Commissione Europea, che sta valutando il provvedimento italiano alla luce della Direttiva imballaggi; il pronunciamento di Bruxelles, salvo sorprese, è atteso a settembre.
“Ipotizzando il completamento dell’iter normativo sugli shopper e l’estensione della raccolta differenziata dell’umido in tutta Italia, il settore potrebbe avvicinarsi rapidamente al miliardo di euro di valore e generare ulteriori progetti industriali nel territorio”, ha dichiarato Marco Versari, Presidente di Assobioplastiche.
Secondo lo studio Plastic Consult, sulle quasi cento aziende italiane che producevano l'anno scorso sacchetti usa-e-getta in plastica in Italia, la metà è già passata in tutto o in parte a prodotti compostabili, nonostante il mercato sia ancora dominato dal polietilene, sia additivato per essere biodegradabile, ma non compostabile (39.000 tonnellate nel 2012), sia tal quale (31.000 t), a fronte delle circa 27.000 tonnellate di sacchetti in plastica compostabile. Il totale, pari a 97mila tonnellate, è ben al di sotto delle 145.000 tonnellate del 2010, segno che la messa al bando sta progressivamente erodendo la produzione nazionale.
Prendendo in considerazione il mercato interno dello shopper monouso, comprendente anche gli scambi commerciali, nel 2012 sono state consumate 126.000 tonnellate di sacchetti, contro le 142.000 tonnellate del 2011 e le 179.000 del 2010.
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