Giangiacomo Pierini, eletto all’unanimità nuovo presidente di
Assobibe - associazione di Confindustria che rappresenta le imprese che producono e vendono bevande analcoliche in Italia - rilancia l’
allarme al Governo sulla tenuta di un settore che, già in contrazione e colpito dalla pandemia, non può sopportare nuove imposte come la '
sugar tax' e la '
plastics tax' che penalizzano occupazione e consumi.

Nel corso dell’assemblea che ha portato all’elezione di Pierini (nella foto) come successore di Vittorio Cino, è stato posto l’accento sulle
difficoltà del
comparto delle bevande, con volumi in contrazione del 25% negli ultimi 10 anni e che ha registrato pesanti
cali, anche del
65%, nel
secondo trimestre dell’anno a causa dell’emergenza sanitaria COVID-19 e della conseguente chiusura dell’intero canale
HO.RE.CA. (bar, ristoranti, hotellerie).
Secondo l’associazione, le
nuove tasse determineranno un
aumento del
prezzo di vendita ai clienti stimato in circa il
28%, con inevitabili effetti sulla spesa delle famiglie e conseguente calo dei volumi.
"In uno scenario drammatico per l’intera filiera, si aggiunge lo spettro delle nuove sugar e plastic tax che penalizzerebbero fiscalmente il comparto, che già deve affrontare gli effetti della
pandemia tra cui la riduzione del
potere d’acquisto dei consumatori, il
calo del turismo internazionale nelle grandi città, le
limitazioni su locali e discoteche e la riduzione di colazioni e pause pranzo fuori casa come conseguenza dello smart working”, ha sottolineato Pierini.
"La
Sugar Tax, voluta dal Governo prima dell’emergenza Covid-19, colpisce il
100% dei nostri prodotti, anche le bevande senza zucchero e non è sostenibile in uno scenario economico e commerciale completamente mutato - ha ricordato il presidente di Assobibe -. Per questo chiediamo al Governo di
ripensare alla tassa e aprire un
tavolo di confronto per definire misure a supporto del comparto, in questa fase di lento ritorno ad una nuova normalità. È il momento di collaborare tutti insieme per un rilancio del tessuto produttivo e distributivo nel Paese, forti anche dei fondi riconosciuti dall’Europa”.
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