Non servirà più a coprire i buchi di bilancio aperti dalla Brexit, ma a finanziare (in parte) la mega manovra
Next Generation EU da 750 miliardi di euro per la ripresa
post Covid-19, lanciata ieri dalla Commissione europea. Ma la sostanza non cambia:
Bruxelles è sempre intenzionata a varare una '
plastics tax UE' sui rifiuti da imballaggio in plastica non riciclati a livello nazionale, a carico dei paesi membri, con l’obiettivo di recuperare così risorse per circa
7 miliardi di euro l’anno.
Come i singoli
governi si rifaranno sulle imprese o sui consumatori, si può solo immaginare, ma è concreta la possibilità che in Italia la nuova imposta vada a sommarsi al Contrbuto Ambientale Conai (
CAC) e alla tassa sui
MACSI (articoli monouso in plastica) che avrebbe dovuto entrare in vigore a luglio di quest'anno ma che a causa dell’emergenza Covid-19 è stata posticipata a gennaio 2021.
Altre risorse saranno reperite da nuove tasse come la '
digital tax', lo scambio dei permessi di emissione di CO2 (
ETS, Emissions trading scheme) e la ‘carbon border tax’ sui prodotti provenienti dai paesi extraUe.
Next Generation EU vale, come detto,
750 miliardi di euro: 500 miliardi erogati come sovvenzioni e 250 miliardi come prestiti accordati agli Stati membri. Un pacchetto che si aggiungerà ad un
bilancio UE a lungo termine rivisto a
1.100 miliardi di euro. L’
Italia, per altro, sarà la prima beneficiaria del piano, con una dote di quasi 82 miliardi di euro a fondo perduto e oltre 90 miliardi in forma di prestito, per un totale di
172 miliardi.
Le risorse straordinarie investite nel programma per la ripresa dovranno essere
ripianate nel bilancio UE tra il
2028 e il
2058.
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