Secondo il
Centro Studi di Confindustria (CSC), la
produzione industriale potrebbe segnare nel mese di
marzo una flessione del
-16,6% rispetto a febbraio e del
-9% nel confronto con lo stesso mese 2019, con l’indice che torna indietro di quarant'anni a causa del blocco delle attività seguite all’esplodere dell’emergenza sanitaria per Covid-19. Sempre a marzo, gli
ordini in volume sono stimati in calo del
-12,6% su base annua.
Nel
primo trimestre 2020, la produzione arretrerebbe così del
-5,4%, mentre nel
secondo - stante le attuali condizioni e la chiusura del 60% delle imprese manifatturiere - l’indice potrebbe subire un calo del
-15% sul trimestre precedente, con effetti anche sul prodotto interno lordo, in flessione del -3,5% nel primo e del -6,5% nel secondo quarto dell’anno.
"Le misure di contenimento e contrasto introdotte per limitare la diffusione del Covid-19 - si legge ne report di Confindustria - hanno determinato un
doppio shock negativo: dal lato della
domanda, con il rinvio delle decisioni di spesa dei consumatori, la chiusura di numerose attività commerciali e l’azzeramento dei flussi turistici; dal lato dell’
offerta, con il blocco di numerose attività produttive, sia per decreto sia per consentire la sanificazione dei luoghi di lavoro delle imprese funzionanti. Questa combinazione di fattori ha realizzato lo
scenario peggiore possibile, facendo avvitare l’economia italiana in una recessione che sarà profonda e la cui durata dipenderà dai tempi di uscita dall’emergenza”.
Secondo Confindustria, fino a
febbraio l’impatto delle misure di contenimento della diffusione in Italia del Covid-19 risulta essere ancora limitato nell’industria. A
marzo, invece, la situazione è rapidamente peggiorata: con il
DPCM del 22 marzo è stata decisa la
chiusura del
57% delle attività industriali (48% della produzione); il restante 43% di imprese ha continuato a lavorare a un ritmo molto ridotto, con poche eccezioni (alimentari e farmaceutico), a causa della più bassa domanda, delle difficoltà della logistica e del parziale blocco delle attività nei principali partner commerciali. Il
PMI manifatturiero è sceso sui valori più bassi da undici anni (a 40,3, da 48,7 di febbraio), con produzione ai minimi storici (27,8) e nuovi ordini sui livelli della primavera 2009 (31,1).
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