15 dicembre 2017 07:15
L’ondata di maltempo di dicembre, dopo un autunno mite, ha portato molti automobilisti a concentrare nelle ultime settimane il passaggio dalle gomme estive a quelle invernali, con conseguente aumento delle richieste di ritiro da parte delle officine.
A questo fenomeno stagionale, si aggiunge quello che da qualche tempo caratterizza le ultime settimane dell’anno, ovvero gli PFU fuori-target. In sostanza, i consorzi che si occupano dell’avvio al corretto recupero degli PFU lavorano per raccoglierli e raggiungere un target che è pari al 100% degli pneumatici nuovi immessi sul mercato nazionale dai propri soci. Nonostante ciò, a fine anno “compaiono” PFU aggiuntivi rispetto alla somma dei target previsti dai singoli consorzi.
L’aspetto più preoccupante di questo fenomeno - segnala il consorzio EcoTyre - deriva dal fatto che gli pneumatici in eccedenza non sono stati contabilizzati all’ingresso sul mercato nazionale e quindi su di essi non è stato applicato il contributo ambientale, che per legge copre i costi di avvio al recupero e le relative imposte.
Nonostate ciò, per far fronte alle richieste dei gommisti, EcoTyre ha deciso di mettere in campo uno sforzo aggiuntivo per raccogliere fino a 300.000 Pneumatici Fuori Uso (PFU) in più rispetto a quanto pianificato nelle ultime settimane di dicembre.
“Per chi, nel nostro settore, lavora nella legalità – spiega Enrico Ambrogio, Presidente di EcoTyre – veder ripetersi il problema degli PFU fuori target è molto più di un campanello d’allarme. Dimostra che i flussi di pneumatici venduti ‘in nero’, non dichiarati oppure non raccolti, sono ormai una costante a cui deve essere data una risposta concreta".
“Noi di EcoTyre - aggiunge Ambrogio - abbiamo deciso di dare un contributo tangibile, intervenendo con una raccolta straordinaria con l’auspicio che da parte di tutti si compia uno sforzo decisivo per eliminare queste situazioni di illegalità e irregolarità. L’obiettivo immediato è evitare che gli PFU rimangano a terra e possano diventare un’emergenza, attraverso abbandoni incontrollati nell’ambiente. Quindi interverremo in modo massiccio per garantire che fino a 2 milioni e mezzo di chilogrammi di PFU non diventino rifiuto a rischio ma si trasformino in risorsa. Nel farlo abbiamo deciso di favorire quelle officine che hanno deciso di mettere la legalità al centro del proprio operato”.
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