Un emendamento presentato dagli ambientalisti vuole bandire piatti, bicchieri e posate se non compostabili e biobased.
28 aprile 2015 05:40
Nell’ambito della nuova legge sulla transizione energetica in discussione in Francia, è stato presentato in Commissione, dagli ambientalisti, un emendamento che vuole vietare, a partire dal 2020, la vendita di bicchieri, tazze e piatti monouso che non siano compostabili e costituiti in tutto o in parte da materiali provenienti da fonti rinnovabili.
Proposta definita “disastrosa e controproducente sul piano ambientale” dalla Fédération de la Plasturgie et des Composites, che rappresenta i Francia l’intera filiera delle materie plastiche, quasi 3.550 aziende con 130mila addetti.
Secondo l’associazione, non va confuso ciò che è compostabile con ciò che è biodegradabile in natura. Un esempio sono le comuni bioplastiche compostabili, presenti sul mercato, che non si biodegradano se abbandonate nell’ambiente, ma necessitano di impianti di compostaggio industriale. L’assenza di tali impianti - sottolinea la Federazione - porterà a dover bruciare le stoviglie monouso biodegradabili o - peggio - a vederle disperse nell’ambiente, poiché i consumatori potrebbero credere di portelo fare. Oltretutto, ciò avviene mentre l’industria delle materie plastiche è impegnata, insieme col Governo, nella raccolta e riciclo di questi prodotti.
La Fédération de la Plasturgie et des Composites sottolinea anche le caratteristiche tecniche delle stoviglie monouso in plastica, che permettono la somministrazione di cibi e bevande calde, nonché la loro economicità: quelle biobased e compostabili costerebbero infatti da 2 a 6 volte più di quelle tradizionali, con riflessi sia sui consumatori finali, che sulla pubblica amministrazione, poiché questi prodotti sono ampiamente utilizzati in mense, ospedali e carceri.
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