Il presidente del consorzio risponde ai dubbi sollevati da Giorgio Quagliuolo di Corepla sull’incremento delle quote di riciclo in Europa.
23 luglio 2014 06:20
"Riciclare più plastica, e in particolare alcuni polimeri, non solo fa bene all’ambiente, ma anche all’economia e all’occupazione. E in Italia i margini di miglioramento del sistema di raccolta e riciclo sono notevoli, ed anche raggiungibili a costi più bassi degli attuali”. Lo afferma il Presidente di Co.Ri.PET (il consorzio per il riciclo del PET per impieghi nell’industria delle bevande) Giancarlo Longhi (foto a destra), in risposta ai dubbi e alle perplessità espresse dal Presidente di Corepla Giorgio Quagliuolo (leggi articolo con le dichiarazioni) circa i nuovi e più elevati obiettivi di riciclaggio dei rifiuti urbani e dei rifiuti di imballaggio indicati dalla Commissione UE.
Nella relazione presentata al convegno organizzato da Assorimap il 15 luglio scorso a Roma, Longhi ha illustrato il programma del Co.Ri.PET, Consorzio volontario costituito l'anno scorso da alcune aziende produttrici di acque minerali utilizzatrici di PET, che rappresentano circa il 40% del mercato italiano, e dai riciclatori di PET muniti di marchio EFSA. Il fine è il riutilizzo del PET nella fabbricazione di contenitori per liquidi alimentari (acque e soft drinks), dando vita ad una filiera chiusa del PET, attraverso un processo di riciclo a ciclo chiuso di tipo bottle-to-bottle.
Longhi ritiene che partendo da una diversa valorizzazione del PET, che rappresenta circa il 22% degli imballaggi in plastica immessi al consumo, sarebbe possibile creare posti di lavoro e far partire un nuovo mercato per il riutilizzo dell'R-PET nella fabbricazione di nuove bottiglie.
“In effetti - afferma il presidente di Co.Ri.PET -, la quota di riciclo del PET è sostanzialmente stabile da alcuni anni intorno al 40% e non vi sono prospettive di crescita tali da soddisfare la nuova domanda di prodotto riciclato (R-PET), specie tenendo conto dei vincoli di tutela sanitaria imposti dalla normativa europea e nazionale e che non sono superabili dall’attuale sistema di raccolta e riciclo”.
Tali vincoli di natura sanitari - sostiene Longhi -, impongono tecnicalità di raccolta e riciclo, per cui la raccolta deve comprendere, fin dall’origine, solo PET idoneo al contatto con gli alimenti. “Risultato che non può essere conseguito con le attuali modalità di raccolta differenziata, basata sul ritiro cumulativo di tutti i tipi di plastica (e spesso anche di altri materiali), che determinano livelli di contaminazione non compatibili con le prescrizioni richieste per gli impieghi dell’R-PET nell’industria alimentare”.
Ne consegue che solo la raccolta selettiva del PET per impieghi alimentari può garantire la chiusura corretta e il rispetto dei parametri di legge nel riutilizzo del materiale riciclato per impieghi nelle confezioni alimentari. Proprio su queste basi opera il modello organizzato da Co.Ri.PET, che si affianca alla raccolta differenziata convenzionale.
“Con tale ciclo virtuoso è possibile realizzare anche consistenti risparmi dei costi, venendo fra l’altro eliminata la fase di selezione dagli altri materiali e per singoli polimeri - aggiunge Longhi -. Non vi sono dunque scarti da smaltire in discarica o negli impianti di incenerimento. Le attuali modalità di raccolta differenziata della plastica determinano una differenza tra le quantità raccolte e quelle effettivamente avviate a riciclo, dell’ordine del 50%, dovuta alla rilevante incidenza, nelle fasi di selezione e trattamento, degli scarti di lavorazione”.
“In effetti - sottolinea Longhi - ciò che deve essere incentivato e diffuso nel nostro Paese è l’accorciamento della catena di raccolta e di avvio al riciclo: nel caso del PET, tale obiettivo può essere raggiunto con l’introduzione di modalità di ripresa degli imballaggi usati presso i punti vendita della grande distribuzione, secondo il modello che il Consorzio, con il sostegno economico di alcuna catene della GDO, sta sperimentando con eccellenti risultati, in alcune aree del nostro Paese, fra cui, caso particolarmente significativo, le Provincie di Caserta e Napoli”.
Secondo le stime di Co.Ri.PET, il recupero e l’avvio a riciclo delle quantità di PET oggi avviate in discarica o incenerite, consentirebbe non solo di creare circa 6mila nuovi posti di lavoro, ma anche di dar vita ad un nuovo mercato del riciclo del PET, attraverso il quale si potrebbe ridurre drasticamente lo smaltimento in discarica e la dipendenza dall’estero per l’approvvigionamento di tali materiali.
© Polimerica - Riproduzione riservata
Via Savona, 97 - 20144 Milano (MI)
Tel: +39 02.47711169 - Fax: +39 02.47711188
Web: www.plasticconsult.it - Email: info@plasticconsult.it
Loc. Pian D'Assino, snc - 06019 Umbertide (PG)
Tel: +39 0759417862
Web: www.lucy-plast.it - Email: info@lucy-plast.it
BioCampus Cologne - Nattermannallee, 1 - 50829 (K)
Tel: +49 221.8888.9400 - Fax: +49 221.8888.9499
Web: bio-fed.com/it/ - Email: info@bio-fed.com
Via della Merlata, 28 - 20014 Nerviano (MI)
Tel: +39 0331 587171 - Fax: +39 0331 584212
Web: www.frilvam.com/ - Email: frilvam@frilvam.com
Il taglio dei consumi passa dal monitoraggio e dall’identificazione delle inefficienze. Oggi più semplice con le soluzioni digitali Engel.