Alla LIUC sarà creato SmartUp: Laboratorio di Fabbricazione Digitale a disposizione di aziende, designer e studenti.
12 dicembre 2013 07:10
Negli Stati Uniti si parla ormai apertamente di terza rivoluzione industriale riferendosi alla produzione di oggetti in piccole serie con tecnologie di fabbricazione digitale; produzione che avviene in piccoli laboratori tecnologici (FabLab), distribuiti sul territorio, attrezzati con stampanti 3D e, talvolta, anche con piccoli torni a controllo numerico per la lavorazione dei metalli.
Uno di questi centri sta nascendo nel varesotto, grazie alla collaborazione tra LIUC – Università Cattaneo e Unione degli Industriali della Provincia di Varese. SmartUp – Laboratorio Fabbricazione Digitale, questo il nome del progetto, sarà inaugurato a gennaio a Castellanza, per poi essere messo a disposizione di studenti, aziende, designer, artisti, scuole e centri di ricerca.
Gli obiettivi sono molteplici, spiegano i partner del progetto: acceleratore dei processi di innovazione di prodotto e di idee; supporto alla creazione di prototipi; servizi personalizzati di fabbricazione digitale a disposizione delle imprese del territorio. Ma anche supporto alle startup e catalizzatore di innovazione per tutta la provincia.
“Con il laboratorio SmartUp mettiamo a disposizione delle aziende un acceleratore di idee là dove si formano - commenta il Presidente dell’Unione Industriali, Giovanni Brugnoli -. Nel mondo dell’industria c’è un fermento incredibile e basato su queste nuove frontiere della stampa digitale, già utilizzate da molte aziende anche qui, nella nostra provincia. La sfida che oggi lanciamo è quella di fare dei casi avanzati una regola generale”.
“SmartUp è promosso nell’ambito della Scuola di Ingegneria Industriale, che ha attivo un corso di Ingegneria gestionale, e non corsi di Ingegneria meccanica o elettronica - spiega il Presidente della LIUC, Michele Graglia –. Non sarà dunque un luogo di produzione di manufatti, né potrebbe esserlo, ma fungerà da supporto al tessuto produttivo del territorio. La scelta della sede, risponde proprio alla necessità di dare accesso, oltre agli strumenti di lavoro e a uno spazio di accelerazione di idee, anche alle competenze necessarie a utilizzarli, grazie all’affiancamento di specialisti”.
Il progetto prevede in concreto tre aree di attività: supporto alle aziende per l’innovazione di prodotto (“sviluppo di oggetti smart”) e di processo (“prototipazione digitale”) e per la realizzazione di nuovi progetti e startup (“acceleratore di idee”). A questo scopo SmartUp sarà dotato di macchine per la prototipazione digitale, messe a disposizione di aziende e studenti.
L’Ateneo - sottolinea il prof. Luca Mari, coordinatore del progetto - organizzerà anche iniziative di trasferimento tecnologico finalizzate a diffondere conoscenza alle aziende e alle organizzazioni: “I ricercatori dell’Università saranno innanzitutto impegnati in attività di informazione e formazione – nei prossimi mesi realizzeremo un ciclo di seminari di presentazione delle tecnologie e delle loro potenzialità applicative – e siamo convinti che da tali attività riusciremo a far scaturire intorno all’Università stessa una comunità di soggetti con ruoli complementari: aziende che vedono in queste tecnologie opportunità di nuove opzioni di innovazione di processo o di prodotto e aziende in grado di fornire o comunque mettere a disposizione strumenti come stampanti 3D, ma anche makers e, speriamo, scuole tecniche interessate a giocare un ruolo attivo in questo scenario”.
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Lucy Plast ridisegna la circolarità degli imballaggi secondari puntando su servizi di recupero e gestione del fine vita.