Entra in vigore oggi l'accordo commerciale con il paese asiatico: entro i prossimi cinque anni sparirà il 98,7% dei dazi doganali.
1 luglio 2011 07:39
Oggi entra i vigore l'Accordo di libero scambio (ALS) tra Unione Europea e Corea del sud, il primo siglato da Bruxelles con un paese asiatico. Si applicherà immediatamente nelle more della piena entrata in vigore una volta che gli Stati membri avranno ratificato l'accordo conformemente alle loro proprie leggi e procedure.
Si tratta di un accordo senza precedenti per portata e ampiezza della liberalizzazione tariffaria: nell'arco dei prossimi cinque anni sparirà infatti il 98,7% dei dazi doganali, fino a oggi mediamente dell'11,2% in Corea e del 5,6% in Europa . Alla fine del periodo di transizione, nel 2016, verranno eliminate le tariffe all'importazione su tutti i prodotti industriali e su gran parte dei prodotti agricoli, con alcune eccezioni, ad esempio il riso.
Karel De Gucht, Commissario europeo responsabile per il commercio, lo definisce senza mezzi termini: "il più ambizioso accordo commerciale mai concluso dall'UE, che cambierà il panorama delle nostre relazioni commerciali con l'Asia". Secondo De Gucht, gli esportatori europei risparmieranno 850 milioni di euro di imposte doganali nel solo primo anno di validità dell'accordo. Cifra che dovrebbe raddoppiare una volta eliminati tutti i dazi.
Alcune stime indicano che nei prossimi vent'anni l'accordo consentirà di raddoppiare gli scambi bilaterali tra l'Unione Europea e la Corea del Sud, mentre un'altra ricerca prevede un incremento delle esportazioni europee pari a 19 miliardi di euro, solo grazie all'ALS. Benefici sono attesi anche nell'ambito degli investimenti bilaterali, tutela della proprietà intellettuale, appalti, concorrenza e commercio abbinato allo sviluppo sostenibile.
Non sono però tutte rose e fiori: se il settore chimico europeo si aspetta dei vantaggi dall'apertura del mercato coreano, i costruttori di auto temono il contraccolpo dell'import dalla Corea, che potrebbe causare – a detta dell'associazione europea delle case automobilistiche, Acea – la perdita di 30mila posti, pari a oltre il 30% della forza lavoro, e la chiusura di una decina di stabilimenti. "Apriamo alla Corea un mercato di 500 milioni di persone, in cambio di uno da 49 milioni – aveva affermato l'anno scorso, poco prima della firma dell'accordo, il presidente di Acea, Ivan Hodac - . Un mercato dell'auto di 14 milioni, contro uno di 1,3. In più c'è la possibilità che il governo coreano rimborsi dazi e tasse dei pezzi importati ai costruttori, tagliando i prezzi di qualche centinaia di euro per veicolo e provocando un ulteriore danno all'industria europea".
I negoziati relativi tra Europa e Corea del sud sono iniziati nell'aprile 2007 e sono occorse 8 tornate negoziali fino alla preparazione del testo definitivo, siglato il 6 ottobre 2010 da Karel De Gucht, Commissario europeo responsabile per il commercio, da Steven Vanackere, Ministro belga degli Affari esteri in rappresentanza della Presidenza del Consiglio dell'Unione europea e da Kim Jong-hoon, Ministro coreano del commercio.
Lo scambio di merci tra l'UE e la Corea del sud nel 2010 ha raggiunto un valore di 66 miliardi di euro e l'Europa registra attualmente un deficit commerciale con il paese asiatico, anche se il mercato coreano possiede un importante potenziale di crescita. In alcuni comparti la bilancia è in attivo, come nel caso di prodotti chimici e farmaceutici, componenti di automobili, macchine industriali, calzature, apparecchiature mediche, metalli ferrosi e non ferrosi, pellami, ceramiche e vetro.
L'interscambio commerciale con l'Italia vale circa 7,3%, con un leggero avanzo commerciale a nostro favore: esportiamo infatti beni e servizi per 3,7 miliardi di euro, mentre ne importiamo per 3,6 miliardi.
Per quanto concerne l'import-export di macchine e attrezzature per la trasformazione di materie plastiche e gomma, la bilancia italiana è in attivo, come ci ha confermato Assocomaplast: nel 2010 abbiamo esportato impianti e attrezzature per 7,3 milioni di euro (ma erano 9,5 milioni nel 2009) e ne abbiamo importati per soli 2,7 milioni. L'avanzo si è però ridotto nel primo trimestre di quest'anno: il nostro export ha toccato 1,6 milioni, a fronte di un import di 1,1 milioni, per la quasi totalità (950.000 euro) imputabile agli stampi. Prima dell'entrata in vigore dell'accordo, i dazi coreani all'import di macchine e impianti di trasformazione variavano tra il 5% e l'8%.
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