18 febbraio 2022 08:58
Dopo la ripresa registrata l'anno scorso, con la produzione aumentata del +6% rispetto al 2020, l'industria chimica europea (UE 27) si prepara ad affrontare un 2022 a bassa crescita, non più del +2,5% secondo le stime di Cefic, la federazione di settore con sede a Bruxelles. Andamento che sarà trainato dalla domanda del comparto manifatturiero e, in particolare, dall'industria automotive, che potrebbe tornare a produrre a regime, superati i problemi di approvvigionamento di materie prime e componenti, in particolare microchip.
In ogni caso, sottolinea Cefic, le prospettive a lungo termine mostrano un elevato tasso di incertezza, a maggior ragione nell'attuale scenario di caro energia, inflazione e residue tensioni sul mercato delle materie prime. Una nebbia cognitiva che fatica a dirardarsi.
“La ripresa, l'anno scorso, è stata migliore del previsto, riportando il settore in carreggiata - commenta Marco Mensink, Direttore Generale di Cefic (foto a destra) -. Di fronte agli ingenti investimenti di transizione che l'industria chimica ha pianificato nei prossimi decenni, una solida base economica è molto importante".
"Le prospettive per il 2022 sono positive, ma moderate, a fronte delle numerose incertezze che l'Europa e il settore si trovano oggi ad affrontare - continua Mensink -. Tuttavia, l'industria chimica è estremamente resiliente, come ha dimostrato durante la crisi del Covid-19. Con le giuste scelte politiche, nei prossimi due anni l'industria chimica, come parte della catena del valore, avrà un ruolo chiave da svolgere in Europa".
Cefic accoglie con favore il percorso di transizione dell'industria chimica verso il Green Deal europeo annunciato dalla Commissione europea il 10 febbraio scorso in occasione dell'annuale appuntamento degli 'Industry Days'. "L'industria chimica ragiona in ottica di decenni e non di anni - sottolinea Martin Brudermüller, presidente del Cefic (nella foto). Le molteplici transizioni simultanee che stiamo affrontando rendono questo momento un "make or break" per il nostro settore. Sono quindi fondamentali visione a lungo termine e coerenza politica al fine di poter avviare gli investimenti su larga scala per il Green Deal da qui al 2050".
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